Dino D’Affatato a Torino è stata una vera e propria istituzione. È morto ieri a quasi 90 anni e la sua è stata una storia imprenditoriale di successo.
Una storia che parte da molto lontano quella di Dino D’affatato, suo papà Ciro era emigrato da Foggia nel 1927 e aveva aperto in via Monginevro a Torino un negozio da barbiere e lui ha seguito esattamente le sue orme e si è dedicato all’apprendimento del mestiere.
Un successo imprenditoriale iniziato nel 1958 con il negozio di corso Vittorio 200, fatto di grande intuizione e tanto lavoro, il suo salone è stato un modello unico in città. Ha passato quasi 77 anni della sua esistenza in mezzo a forbici e rasoi e tagliato i capelli anche a molti personaggi illustri come Raf Vallone, Pininfarina e Paolo Villaggio.
Nel 1969 su suggerimento della moglie Maria Laura Leona capisce che può fornire un servizio dedicato ai bambini e il suo salone si popola di giocattoli e diventa un ambiente accogliente e dedicato ai più piccoli.
La sua offerta è varia, dai tagli uomo, ai bambini e anche molte signore frequenatavano il suo salone che aveva anche un’ampia offerta di prodotti per la profumeria. Una vera e propria chicca in città.
La sua immagine elegante e d’altri tempi ma con un fascino molto contemporaneo era il riflesso della sua attività, svolta con estrema cura e professionalità.
Roberto Pissimiglia, l’editore di Estetica ha voluto aggiungere il suo contributo personale per salutare un grande professionista del settore e una persona davvero speciale.
“Chi ha avuto il privilegio di conoscere Dino Daffatato e frequentare i suoi saloni, non potrà mai dimenticarlo. Intanto la formazione tecnica di primo livello assoluto; poi la passione che sapeva mettere ogni giorno, ogni ora nel suo lavoro; la cura dei dettagli con cui ospitava e coccolava i tanti clienti, famosi e meno, il suo saper coprire tutti gli stili per tutte le età (i bambini sono stati a lungo al centro del suo storico salone). L’accuratezza del taglio ne faceva un maestro a cui ricorrevano anche molte signore, certe di trovare nella sua competenza un riferimento sicuro. Quanto fascino emanava quel ‘volto d’altri tempi’ con l’immancabile accuratissima ‘barba verdiana’. Dino era un contemporaneo con lo charme signorile d’antan, l’eloquio forbitamente ironico, l’eleganza sempre appropriata con cui vestiva ogni giorno… Tanti piccoli-grandi ricordi di una vera icona dell’acconciatura torinese e italiana”.