Metterli dietro le orecchie, spostare il ciuffo, sistemare la frangia… Toccarsi i capelli non è solo un gesto legato al sentirsi in ordine, ha anche una valenza psicologica. Scopriamone i significati nascosti.
Capelli come specchio della nostra immagine, ma non solo. Sappiamo bene che rinnovare il look spesso riflette anche un desiderio di cambiamento interiore. I capelli parlano di noi, ma non solo per come li portiamo, anche per come e quanto li tocchiamo durante la nostra attività quotidiana.
Per capire quali sono i significati psicologici del toccarsi i capelli, abbiamo chiesto a Sara Rizzi – psicologa del benessere, consulente sessuale, conduttrice di mindfulness e di EMDR – di spiegarci innanzitutto cosa si intende per linguaggio del corpo. “È la comunicazione composta da tutti quei segnali che non sono linguistici. Partendo dall’assunto che non è possibile non comunicare, il corpo è come una seconda voce con la quale possiamo comunicare tantissimo, anche nel silenzio. Quello del corpo è un linguaggio molto potente, perché parla direttamente dal nostro corpo a quello dell’altro: è un po’ come se, in una conversazione, ci fosse in suoerficie il piano della comunicazione verbale e poi il piano sottostante, in cui i due corpi dialogano fra loro, anche senza che i soggetti se ne accorgano” spiega Sara. “Tra i due piani, linguistico e somatico, può esserci convergenza, coerenza, ma anche divergenza, dissonanza, come se si svolgessero contemporaneamente due conversazioni parallele, ma diverse.
Nel linguaggio del corpo, può rientrare anche il toccarsi i capelli?
Assolutamente sì! Ogni gesto, postura, movimento, può essere comunicazione. Questo però non significa che ogni mossa possa essere interpretata come comunicativa, dobbiamo sempre tenere d’occhio l’intero contesto e ricordare che a volte un gesto è solo un gesto.
Può essere associato a determinate emozioni/stati d’animo?
Toccarsi i capelli è un comunissimo gesto di autoregolazione: molte emozioni, infatti, tendono ad aumentare l’attivazione somatica, il livello di energia del corpo, come ad esempio la rabbia, l’ansia o l’imbarazzo, a differenza delle emozioni che tendono ad abbassare l’energia, come la tristezza, o la delusione. Quando la nostra attivazione somatica si alza sopra una certa soglia, scattano diversi tentativi del corpo di autoregolarsi, che normalmente sono gesti di autostimolazione (dondolarsi, toccarsi) soprattutto centrati sul viso e sul capo, quindi spesso anche nei capelli. Se vediamo qualcuno toccarsi il capo o i capelli, chiediamoci se ci sembra che stia provando un’emozione attivante, che può andare dalla leggera irritazione alla forte ansia.
Spesso si dice che arrotolare le ciocche intorno alle dita è un gesto di seduzione: la psicologia cosa dice?
È sicuramente legato al flirting femminile (inteso come genere di appartenenza e non come sesso biologico), come molti altri che vanno nella direzione dell’ambiguità, ovvero della mescolanza tra segnali di interesse e segnali di disinteresse. L’ambiguità è la base del flirting femminile e comprende, ad esempio, l’altalenare lo sguardo continuamente un po’ sull’altro un po’ sull’esterno, l’orientamento del corpo rivolto parzialmente verso l’altro e parzialmente verso l’esterno e molte gestualità proprio come l’arrotolarsi i capelli su un dito: questo comportamento è per sua natura ambiguo perché sembra a prima vista innocente e legato a una spontaneità giocosa, infantile (quindi non seduttiva), ma inserito nel contesto del flirting si colora di quell’ambiguità che lo rende un gesto seduttivo molto efficace, soprattutto quando è simultaneo a un segnale di interesse (come il contatto visivo o la linea delle spalle orientata verso l’altro). Questi segnali del corpo sono trasmessi in modo autonomo e quasi inconsapevole da parte nostra!
Toccarsi i capelli implica tanti gesti: metterli dietro le orecchie, spostare il ciuffo, sistemare la frangia… hanno tutti la stessa valenza o per ognuno c’è un’interpretazione diversa?
Ognuno di noi sviluppa piccole abitudini motorie per cui è impossibile definire una stessa interpretazione universale. In generale, per dare una lettura secondo il linguaggio del corpo, dobbiamo ricordare due fattori:
- il contesto del gesto, che non va mai separato dalla situazione (ambientale, relazionale…)
- la conoscenza della persona nella sua individualità (è una persona che svolge spesso questo gesto?).
Per quanto riguarda il toccarsi i capelli, può essere un movimento senza alcun significato, oppure un’autoregolazione, come abbiamo visto sopra, o anche un gesto comunicativo, come nell’esempio dell’arrotolarsi i capelli attorno a un dito. Può anche anche essere legato, ad esempio a uno sforzo concentrativo, come spostare dal volto i capelli o i ciuffi, mentre aggiustarli continuamente, soprattutto la frangia, può farci intuire una tendenza al perfezionismo o al bisogno di controllo.
In generale, i capelli che rapporto hanno con le nostre emozioni dal punto di vista psicologico?
I capelli, come ogni parte del nostro corpo, reagiscono fortemente ai nostri stati somatici ed emotivi. In primis, reagiscono allo stress che può portare, soprattutto se prolungato nel tempo, alla perdita di luminosità, all’aumento del crespo e anche, nei casi più gravi, al diradamento e alle forme psicosomatiche di alopecia. I capelli infatti, come sappiamo, sono vivi solo nella parte del follicolo che è esposto a ogni cambiamento della pelle (microcircolazione, modifiche del pH o della secrezione del sebo…) e la pelle è il nostro confine naturale, il limite che ci definisce rispetto all’esterno e ci protegge, oltre che permetterci il contatto con l’ambiente. Sembra che la pelle, proprio per la sua funzione di confine naturale, riceva una grande quantità di citochine infiammatorie quando viviamo emozioni spiacevoli e pervasive legate ai confini interpersonali, ad esempio quando non riusciamo a difendere adeguatamente i nostri spazi (intesi anche come spazi relazionali, come necessità, tempi, interessi).
Per prenderci cura di noi, della nostra pelle e dei nostri capelli è fondamentale imparare a gestire i confini e a difendere i nostri spazi: dal saper comunicare i nostri bisogni al saper dire di no e far rispettare i limiti che poniamo nelle relazioni con gli altri.
I capelli possono anche essere un ottimo strumento di comunicazione del nostro stato d’animo o del nostro temperamento: ad esempio nella nostra cultura i capelli ricci, meglio se lunghi e selvaggi comunicano creatività ed estroversione, mentre i capelli lisci, scuri e ben disciplinati (frange perfettamente pareggiate, uso frequente della piastra e nessun capello fuori posto) sono spesso usati per comunicare introversione e pensiero razionale. Questi parametri sono però fortemente dipendenti dal contesto socio-culturale e variano (anche di tanto!) nel tempo.