Questa la richiesta dei parrucchieri spagnoli che si sono uniti in un’alleanza per favorire la ripresa delle attività e scongiurarne la chiusura causa crisi post Covid.
Il Governo spagnolo considera i servizi dei saloni d’acconciatura quali “essenziali” per il benessere dei cittadini, motivo per cui la riapertura dei saloni dopo il lockdown è stata inserita nella prima fase, come per tutte quelle attività reputate prioritarie ed essenziali.
Partendo da questo presupposto, in Spagna ha ripreso forza il movimento che chiede -già da tempo- la riduzione dell’IVA dall’attuale 21% al precedente e più contenuto 10%.
A sostegno di questa richiesta l’Alleanza per la riduzione dell’IVA al 10% per i parrucchieri ha diffuso i risultati dello Studio sulla “desescalada” (ripartenza) nel settore in Spagna, al quale hanno partecipato più di 3.700 parrucchieri.
Come punto di partenza, lo studio rivela che l'80,5% dei saloni ha riaperto il 4 maggio, dall'inizio della Fase 0 in Spagna, sottolineando ancora una volta il proprio impegno sociale e il carattere di servizio essenziale con cui professionisti e liberi professionisti del settore acconciatura svolgono il proprio lavoro. In relazione alla percentuale di attività che il settore sta implementando, risulta che l'87,6% dei parrucchieri stia lavorando al di sotto del 50% della propria normale attività. Di questi il 62,97% sta lavorando al di sotto del 33% della sua normale attività.
In relazione alle misure economiche di appoggio alle piccole e medie imprese attivate dal governo spagnolo, il 90,8% dei saloni di acconciatura che ha preso parte allo studio ritiene che sia abbastanza/molto importante che l'ERTE (Expediente de Regulación de Empleo Temporal) – vale a dire la temporanea sospensione del contratto di lavoro oppure la riduzione dell’orario di lavoro per cause di forza maggiore – venga mantenuto fino al ripristino della produttività della propria attività, ben oltre la fine dell'allarme nazionale, se si desidera evitare la minaccia della definitiva chiusura del 42,4% dei saloni, fino a un totale di 20.400 esercizi.
In conclusione, tenendo conto del trattamento fiscale iniquo cui il settore dell'acconciatura è stato sottoposto negli ultimi 8 anni, portando l'IVA al 21% nonostante sia considerato un servizio essenziale, il 99,2% dei saloni di acconciatura intervistati ha ritenuto che la riduzione dell'IVA al 10% sarebbe uno strumento chiave per garantire la sostenibilità e la redditività di queste piccole imprese utile a uscire da questa crisi economica.
In tale contesto, l’Alleanza per la riduzione dell’IVA al 10% per i saloni di acconciatura ha riattivato i contatti con tutti i gruppi parlamentari che hanno appoggiato la PNL (Proposición no de ley – in italiano proposta di legge), approvata nel 2018 che richiedeva la riduzione dell’IVA, e che è stata promossa dai gruppi politici che sostengono l'attuale governo di coalizione.