Sembrerebbe un thriller o un’antica leggenda, invece il barbiere fantasma è esistito veramente. La sua identità, però, rimane un mistero.
Nell’estate del 1942 Pascagoula, una piccola cittadina del Mississippi (Stati Uniti), è in preda al panico: un uomo misterioso si introduce furtivamente di notte nelle case altrui e taglia silenziosamente i capelli agli ignari occupanti che dormivano.
Il primo caso risale all’inizio di giugno, in cui sono coinvolte due bambine che sonnecchiano in un convento. Seguono poi una decina di episodi simili, ma la polizia non riesce a catturare il colpevole, perché l’ignoto “barbiere” agisce indisturbato, senza lasciare alcuna traccia.
La svolta arriva ad agosto, quando la polizia annuncia di aver catturato e incastrato colui che ormai tutti chiamavano “barbiere fantasma”: si tratta di William Dolan, chimico di 57 anni, nativo americano ma istruitosi in Germania. Le prove della sua colpevolezza, alcune ciocche di capelli, sono state ritrovate nella sua abitazione. Ma il movente non è chiaro, rimane un mistero.
Dolan viene processato per aggressione, ma si sospetta che l’uomo agisca in realtà per conto dei nazisti, procurando loro dei capelli per realizzare i reticoli dei visori utilizzati dai bombardieri.
Il “barbiere fantasma” viene condannato a 10 anni di reclusione, ma 6 anni dopo viene riaperto il caso: Dolan viene sottoposto alla macchina della verità, superando il test e di conseguenza scarcerato.
Chi è allora il barbiere fantasma? È purtroppo un enigma irrisolto.
