Una riapertura non priva di polemiche quella di parrucchieri ed estetiste. Come hanno dichiarato i Tg e i media nazionali, alcuni clienti hanno denunciato un sovrapprezzo sullo scontrino. Un tributo già battezzato come “tassa Covid-19”. Ma è proprio così?
L'aumento andrebbe dai 2 ai 4 euro circa, ma Codacons riferisce anche casi di parrucchieri e centri estetici che obbligano i clienti a comprare kit monouso al prezzo di 10 euro come condizione per sottoporsi ai servizi. Un sovrapprezzo che gli esercenti imporrebbero ai loro clienti per sostenere le spese di sanificazione e messa in sicurezza dei locali.
Come si legge su quifinanza.it “per Codacons siamo di fronte a un far west illegale che potrebbe configurare il reato di truffa, e contro cui l'Associazione presenta una denuncia alla Guardia di Finanza e all’Antitrust, fornendo tutte le segnalazioni ricevute al riguardo, affinché si avviino le dovute indagini sul territorio”. Sempre secondo le segnalazioni del Codacons infatti : “il prezzo di un taglio passa da una media di 20 euro a 25 (+25%), ma con punte che arrivano al +66%”.
Ma è davvero così? Si può parlare di una nuova tassa Covid-19?
“No, non possiamo proprio parlare di tassa, perché solo lo stato può permettersi di vararne una ma semmai di un piccolo tributo a fronte di spese ben più alte per noi acconciatori – ha spiegato l'hairstylist torinese Marco Todaro – Quello che vorrei sottolineare è che per mantenere la buona salute del salone bisogna ricorrere oggi a costi aggiuntivi. E non parlo solo di mantelline e mascherine, ma di tutta una serie di dispositivi e regole che hanno un costo sul salone davvero alto: a partire dalla riduzione della clientela in salone per una giusta gestione degli spazi, per arrivare ai costi di sanificazione, all'uso di materiale monouso sia per i clienti che per gli operatori, al gel igienizzante, all'usura degli arredi. A mio parere dovrebbe essere lo stato a prendersi in carico questi costi aggiuntivi. Per un imprenditore, aprire dopo settimane di lockdown con dei costi che, come nel mio caso toccano i 4500 euro solo di kit di sicurezza, è davvero pesante. Questa cosa andava valutata attentamente, con una partecipazione da parte dello stato in maniera diversa, magari basata su presentazione di fatture, in modo da non mettere in cattiva luce gli esercenti o far ricadere l'aumento sui nostri clienti.”
“Il Codacons sta facendo alla nostra categoria una pessima, distruttiva ma soprattutto falsa pubblicità – ha dichiarato Romina Paludi, portavoce della petizione “Salviamo Centri Estetici, Parrucchieri, Barbieri, Barbershop, Onicotecnici, Truccatori, Tatuari” – Nessuno dei 35 mila operatori del settore che rappresento ha in scontrino la “tassa Covid”. Non neghiamo che c'è chi ha aggiunto un paio di euro al totale ma a fronte di un kit di sicurezza composto da mascherine, mantellina, igienizzante, copricapo e copriscarpe che alla categoria costa ben di più! E permettetemi di fare un appello: abbiamo inviato al presidente Conte 1776 mail senza alcuna risposta. Quello che chiediamo è verità e trasparenza, è aiuto ad una categoria che ha perso – a differenza di quello che stanno scrivendo i media nazionali – dal 40 al 50% della clientela e che non ha avuto alcun aiuto. Stiamo lavorando in assenza di una vera linea guida, tra mille incertezze!”
La cosa più importante resta la trasparenza nell’indicare le ragioni dell’aumento senza distribuirlo su altre voci o camuffarlo. “Chi ha messo in scontrino una tantum per il materiale covid, con molto probabilità la annullerà nel giro di poche settimane – spiega Todaro – chi dice alle clienti di fornire kit gratuiti ma in verità ha spalmato questi costi sui prezzi dei servizi, ha messo in atto degli aumenti che saranno per sempre!”