I palcoscenici internazionali offrono soluzioni eccentriche e fonti di divertimento. Ma gli italiani sono pronti a giocare con il loro hairlook e a sfoggiare la loro personalità? Ecco cosa ne pensano alcuni esperti.
Di teste “crazy” non se ne sono viste molte in passerella, mentre molti sono i prodotti professionali per ottenerle. Ciò farebbe supporre che in salone abbiano un certo peso, ma è davvero così? “La moda – dice Federico Longo, stylist GKhair e proprietario dei saloni Moda Arte Capelli di Ragusa – sta cercando di ridimensionare gli hair-look, provocando però l’attenuamento dell’estro, del movimento, della personalizzazione. In salone l’unconventional non è oggi fonte di business, ma potrà esserlo in futuro, in quanto proprio la personalizzazione è uno dei cult della nostra società. Certo ci vuole preparazione per dare vita a idee nuove”.
Alcuni big dell’hairdressing presentano collezioni dove le stranezze non mancano: sono un riferimento?
Ritengo commercialmente più utili le immagini che parlano alla consumatrice, offrendo al parrucchiere non il ‘wow’ di un attimo ma uno strumento concreto di proposta e di vendita”.
Appiattimento dell’hairstyle in passerella anche per il Redken Artist Marco Mariani, titolare del salone Marale Parrucchieri di Rieti. È forse lo street style, allora, a fornire le idee più originali? “Lo street style – risponde Marco – funziona a Londra, New York, Berlino, ma in Italia siamo legati a mood classici. È più facile proporre i look crazy, che io adoro, alle quaranta/cinquantenni, così sicure di sé da voler esprimere la propria personalità anche attraverso i capelli”.
“Con le ventenni riesco a spingere raccolti ‘imperfetti’, niente di più. La strategia? Proporre il cambiamento, seppur in piccoli dettagli. Dobbiamo tornare a divertirci con i capelli e anche le donne si divertiranno di nuovo. Ciò servirà, tra l’altro, a stimolare la fedeltà al salone”. Tranchant il parere di Umberto Capano, titolare del salone U.L. Parrucchieri di Aosta e membro del Dikson Prestige Team: “Il concetto di ‘look non convenzionale’ è troppo generico per fornire riferimenti concreti in salone.
Le clienti sono informate ed attente: attratte dai look televisivi se non giovanissime, dallo street e star style di cui vanno a caccia sul web se della fascia young. Più che alle passerelle di moda, dove i parrucchieri sono pilotati nelle loro scelte dagli stilisti, dobbiamo guardare ai palcoscenici internazionali dell’hairstyling per trovare personaggi talentuosi, capaci di offrire soluzioni eccentriche (soprattutto nel colore), molto richieste dalle teenager”.
Credits
Hair: Tibolli