Nella foto, il presidente Daniele Salaro (a destra) e il parrucchiere Andrea Benetti.
Il sindaco di Verona ha firmato un’ordinanza che permette di alzare le serrande anche nei giorni festivi. Ma cosa ne pensano i parrucchieri?
Il fatto è ormai noto. Il Comune di Verona, con l’ordinanza n. 58 “Disciplina degli orari e delle giornate di apertura e chiusura degli esercizi per le attività di acconciatore, di barbiere e di estetista”, firmata del sindaco Flavio Tosi il 10 dicembre 2014, ha liberalizzato l’orario di apertura e chiusura giornaliera di parrucchieri e barbieri. Si può, quindi, lavorare anche nei giorni festivi, con l’esclusione dei giorni di Natale e Pasqua.
“A due mesi di distanza – ci spiega Daniele Salaro, presidente categoria Benessere di Confartigianato Verona – ci sembra giusto stendere un primo bilancio di quella che, come associazione di categoria informata dall’amministrazione comunale al momento di pubblicare l’ordinanza, abbiamo preferito considerare come un esperimento. Stiamo tuttora monitorando le opinioni degli acconciatori e dei barbieri associati per poter avere un quadro preciso da presentare, eventualmente, in un prossimo confronto con il Comune. Di certo, abbiamo ritenuto opportuno non entusiasmarci e nemmeno stracciarci le vesti in anticipo per un’iniziativa del Comune che dà facoltà, non obbliga a tenere aperto il salone di domenica e negli altri giorni festivi”.
A Verona, dunque, l’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno uniformare le disposizioni tra le varie attività legate ai servizi alla persona, considerato che la liberalizzazione aveva già coinvolto, a partire dal 2009, i saloni di estetica.
“Vero è che le esigenze della clientela negli anni sono cambiate e di questo, volenti o nolenti, il nostro mondo deve tenere conto” aggiunge Salaro. “Ma il nostro compito primario è ascoltare la voce degli operatori: può esserci chi guarda a questa facoltà come ad un’ulteriore opportunità di sviluppare il proprio lavoro. Mentre, al contrario, c’è chi la considera una concessione a chi tifa per la concorrenza sleale, tra coloro che possono permettersi, perché strutturati, di tenere sempre aperto, e chi invece non lo può fare”.
“Poi dovrebbe essere ovvio che, chi elimina l’obbligo di chiusura infrasettimanale, domenicale e festiva, lo deve fare in accordo con i propri dipendenti, con correttezza, sempre nell’ambito della contrattazione nazionale, pagando in modo adeguato le ore di lavoro. Comunque, ribadiamo che il nostro principale obiettivo è la tutela delle imprese artigiane che rappresentiamo e che, proprio in questi giorni, stiamo interpellando con un sondaggio di opinione, per poi agire di conseguenza”.
E i parrucchieri veronesi cosa ne pensano?
Queste le posizioni di alcuni acconciatori che hanno il negozio sul territorio comunale di Verona. “Sarà anche una scelta facoltativa – afferma Andrea Benetti del salone I Benetti Parrucchieri in Borgo Venezia – ma la nostra posizione è di assoluta contrarietà. In questo modo si creano saloni di seria A e di serie B, chi può e chi non può perché magari lavora da solo. Bisogna poi ricordare che, mettendo insieme variabili come la tipologia di clientela fissa, la posizione, i periodi di maggiore o minore lavoro, le spese per il personale, e facendo un bilancio delle convenienze, se i costi superano i benefici, nessuno tiene aperto per capriccio”.
“Nel nostro salone non abbiamo utilizzato questa facoltà – spiega Massimo Zanchetta del salone Massimo&Marco Parrucchieri Zanchetta, nel quartiere Golosine dal 1959 – e non credo lo faremo. Ovvio, ognuno può scegliere di sperimentare l’apertura festiva, ma la nostra contrarietà di fondo è legata al pensiero che ormai si sta esagerando con le liberalizzazioni. Sia sugli orari, sia sulle distanze praticamente azzerate tra attività commerciali. Prima o poi, in qualche ambito, certe scelte si finisce per pagarle. Siamo d’accordo con Confartigianato Verona sul sondaggio di opinione tra gli operatori della categoria, anche se il confronto con le istituzioni è sempre arduo”.