24 Giugno 2025

Guida all’eco pack

Non sono ancora molte le aziende che, per i propri prodotti, scelgono contenitori rispettosi dell’ambiente. Anche nella coiffure. Ma chi lo fa, lo fa con impegno.


Parlare di packaging “green”, “eco-friendly”, “sostenibile”… è molto interessante ma non altrettanto facile. E non solo perché si tratta di affrontare il tema del rispetto dell’ambiente, ma anche perché significa entrare in un universo articolato, vastissimo e dalle connotazioni prevalentemente scientifiche.

In pratica dobbiamo parlare soprattutto di plastica, ma non di quella che si è temuto soffocasse il Pianeta a causa del suo tempo di degradazione quasi inimmaginabile (dai 100 ai 1000 anni per una bottiglia o un sacchetto). Noi dobbiamo parlare delle “nuove” plastiche, quelle che alcune “virtuose” aziende della coiffure professionale utilizzano per contenere i prodotti usati dal parrucchiere e, di conseguenza, dalla donna a casa.

È utile in questo senso sapere che la ricerca del miglior materiale plastico possibile – flessibile alle esigenze industriali ma anche biodegradabile – ha portato a sviluppare due grandi correnti.

Un’idea è stata quella di “imitare la natura” cercando di replicare macromolecole già esistenti (perlopiù derivate da amido e zucchero), verificando la possibilità di una loro lavorazione tramite speciali polimeri per ottenere una sostanza plastico-simile utilizzabile per gli stessi scopi ai quali viene dedicata la plastica tradizionale proveniente per gran parte dal petrolio (polietilene, polistirolo, polivinile, eccetera).

Un secondo filone di ricerca ha indirizzato i propri sforzi verso l’utilizzo di speciali additivi in grado di stimolare la trasformazione della plastica tradizionale in CO2 e acqua se aggiunti in minima misura e in determinate condizioni operative.

In entrambi i casi si ottengono quelle che vengono definite bioplastiche: a differenziarle è il tempo di biodegradabilità, più veloce per le prime, un po’ meno per le seconde.

Per facilitarne la comprensione, abbiamo predisposto un glossario che spiega le parole specialistiche e le sigle citate dai vari brand per illustrare i propri 
pack green.

Glossario

PCR: materiale plastico riciclato post-consumo.
PCR HDPE: polietilene ad alta densità riciclato post-consumo.
PET: polietilene tereftalato o polietilentereftalato, della famiglia dei poliesteri.
PVC: cloruro di polivinile, una delle plastiche tradizionali più utilizzate al mondo.
PP: polipropilene, della famiglia delle termoplastiche, può essere rilavorato ed essere riciclato tre volte.
PETG: materiale di recente introduzione, è utilizzato per le sue proprietà di trasparenza, alimentarietà, elevata resistenza all'urto.
ABS: mescolanza tra una resina e un elastomero, deve il suo successo alle ottime proprietà tecniche; facilmente riciclabile se non contaminato da altre plastiche non compatibili.
Riciclo: il materiale/oggetto di precedenti processi produttivi viene trasformato per nuovi utilizzi.
Riutilizzo: il materiale/oggetto di precedenti processi produttivi è riutilizzato senza subire alcuna trasformazione.
Plastica compostabile: plastica che biodegrada alle condizioni e nei tempi di un ciclo di compostaggio.
Bioplastiche Biopolimeri: polimeri preparati attraverso processi biologici che conferiscono al prodotto finale un’elevata e veloce biodegradabilità.
Bioplastiche Plastiche addittivate: principalmente con ECM MasterBatchPelletsTM, tecnologia che – aggiunta nei normali processi produttivi- rende i materiali plastici aggredibili dai microorganismi normalmente presenti in natura, i quali li metabolizzano trasformandoli in acqua, anidride carbonica e biomassa, in tempi inferiori del 95-99% rispetto ai normali tempi di degradazione della plastica.

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