Stiamo parlando del calo dei fatturati degli operatori del settore beauty, mai così in discesa come nell’ultimo periodo, nonostante a fine lockdown fossero stati presi d’assalto. Ora che la situazione si è normalizzata, il comparto tira le somme e… non sono rosee.
A quasi un anno dall’inizio della pandemia le ripercussioni sull’economia italiana, europea e mondiale, risultano di ampiezza straordinaria e gli effetti sui diversi settori e il sistema delle imprese sono delineati nel 10° Report Seconda Ondata Covid 19 presentato dall’Ufficio Studi con la Direzione Politiche Economiche di Confartigianato, nell’ambito delle Sessioni streaming della Scuola di Sistema. Emerge che tra novembre 2020 e gennaio 2021 gli indici di mobilità verso i negozi e luoghi di ricreazione segnano una riduzione del 40% (ci fu un calo dell’80% durante il lockdown della prima ondata).
Proprio in questo scenario pare non esserci pace per i parrucchieri ed i centri estetici.
I conti infatti non tornano: “pur essendo rimasti aperti in questi mesi, anche nelle zone rosse, parrucchieri e barbieri stanno registrando pesanti cali di fatturato. Molti hanno subito riduzioni che si aggirano intorno al 45% e in centinaia rischiano di dover cessare l’attività. Per non parlare del settore dell’estetica, al collasso”. A lanciare questo grido d’allarme è Sebastiano Liso, Presidente Confesercenti Immagine e Benessere, facendo un bilancio del duro colpo arrivato al comparto.
“Mentre il peso degli affitti non si è ridotto, chi può operare sta registrando aumenti di costo consistenti su alcuni materiali essenziali per rispettare i protocolli di sicurezza – ha aggiunto -. A ridursi è stato solo il numero di clienti, tra contingentamenti e smart working. Se si sommano tutti questi fattori, appare chiaro che anche chi sta continuando a lavorare si ritrova a vivere una crisi senza precedenti”.
“In questa situazione, è necessario introdurre sostegni anche per le imprese rimaste aperte, con ristori che tengano conto dei cali di fatturato rispetto a prima della pandemia. Per il comparto dell’estetica sono, invece, necessari tempi certi per i ristori già previsti e misure di contrasto più severe per arginare il fenomeno dell’abusivismo”.
Dello stesso parere anche Daniele Zucchini Presidente di Confartigianato Benessere Marche, che sottolinea la necessità di interventi immediati e ristori commisurati alle perdite. Inoltre secondo il suo parere “sarebbe necessario aprire agli spostamenti fuori Comune per raggiungere il parrucchiere di fiducia, l’estetista o il servizio alla persona.
Nei saloni si accede solo su appuntamento, non c’è rischio di assembramento. Lavoriamo in totale sicurezza. Il rischio vero è l’abusivismo, che facilita la diffusione del virus, oltre ad essere strumento di evasione fiscale e di lavoro nero”.