Parrucchieri, estetiste, centri massaggi. Tra il 2012 e il 2013 sono aumentati del 34% gli imprenditori cinesi che gestiscono servizi dedicati alla persona.
Da una ricerca condotta dalla Cgia Mestre (Associazione Artigiani e Piccole Imprese),rispetto al 2008, le attività economiche cinesi presenti in Italia sono aumentate del 42,9% tra attività commerciali, manifatturiere e strutture ricettive e ristorative. Su oltre 223.000 cinesi residenti in italia, piùdi 66.000 guidano un’attività economica. Le regioni più “popolate” sono:
Lombardia – 14.093
Toscana – 11.882
Veneto – 7.933
Emilia Romagna – 6.827
“Sebbene in alcune aree del Paese esistano delle sacche di illegalità che alimentano il lavoro nero e il mercato della contraffazione – dichiara il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – non dobbiamo dimenticare che i migranti cinesi si sono sempre contraddistinti per una forte vocazione alle attività di business. I cinesi, infatti, nel momento in cui lasciano il Paese d’origine, sono tra i migranti più abili nell’impiegare le reti etniche per realizzare il loro progetto migratorio che si realizza con l’apertura di un’attività economica”.
Ma cosa sta accadendo nel mondo della coiffure? Ancora contenuta, ma con un trend in crescita, è la presenza di imprenditori cinesi nel settore dei servizi alla persona, ovvero parrucchieri, estetiste e centri massaggi. Circa 3.400 unità con un aumento del 34% tra il 2012 e il 2013. Una professione che, in generale, sembra non conoscere crisi. Tra il 2008 e il 2013 estetisti, parrucchieri, colf e badanti hanno registrato un aumento in termini assoluti pari a oltre 314 unità (+71,7%).
“Gli acconciatori e le estetiste – spiega Bortolussi – stanno conoscendo una profonda evoluzione professionale, dovuta, in particolare, alla scoperta di nuovi ambiti lavorativi racchiusi tra i campi dell’estetica e dell’immagine e quelli della salute. Negli ultimi tempi si è fatto strada un nuovo concetto di benessere, inteso come cura dello stato psico-fisico della persona. Grazie a ciò si è avuta una forte espansione del settore con delle ricadute occupazionali, soprattutto tra i giovani, del tutto inaspettate”.