Protagonista della puntata andata in onda il 23 febbraio, Fabio Colucci-BH Salon è stato il boss in incognito in un salone del marchio a Roma.
In prima serata su Rai2 dal 22 dicembre per 10 puntate, Boss in incognito è la trasmissione condotta da Costantino della Gherardesca che racconta le esperienze di dieci boss, ciascuno protagonista di un episodio, che hanno accettato la sfida di lavorare per una settimana, sotto mentite spoglie, nel “livello più basso” della loro società.
Seguiti da una troupe televisiva che finge di girare un documentario sul mondo lavoro, i boss in incognito camuffano il loro aspetto, si creano un’identità fittizia e passano dall’altra parte della barricata, fingendosi lavoratori alle prime armi.
Ed è quello che ha fatto anche Fabio Colucci, direttore artistico BH Salon, che ha passato una settimana da apprendista in uno dei saloni romani affiliati al suo brand. “Ho accettato di partecipare alla trasmissione perché la visibilità della nostra categoria è importante, volevo fare emergere sia l'importanza della qualità del servizio in salone sia mostrare la nostra professionalità. E poi mettere a fuoco i punti di forza dei saloni del nostro marchio”.
Che cosa hai imparato da questa settimana?
Ho avuto la possibilità di rivedere i tanti aspetti della mia carriera professionale fino ad oggi: le emozioni, la motivazione, la mia storia familiare, i motivi per cui ho scelto questa professione e perché ho scelto di tornare in Italia a lavorare.
Ti aspettavi che i tuoi saloni funzionassero in questo modo? Una cosa bella e una brutta che hai sperimentato in questa settimana…
Ho avuto la conferma che il nostro sistema di franchising favorisce una complicità familiare che mi piace molto. Dall'altro lato, penso ci voglia più fermezza e più condivisione dello stesso obiettivo da parte del team.
Durante la trasmissione instauri rapporti anche confidenziali: come ci sei riuscito?
È un aspetto del mio carattere, faccio l'educatore proprio perché riesco a empatizzare con le persone che ho di fronte. Quando si diventa parrucchieri si impara ad ascoltare le persone, ogni cliente ha una storia da raccontare e proprio attraverso questa capacità riusciamo a soddisfare le esigenze di tutti, restituendo loro un'immagine vera e realistica.
Dopo questa settimana pensi di voler cambiare o migliorare la vostra formula di formazione?
Sicuramente la responsabilità per ogni singolo ruolo è molto importante, un fattore che a volte noi per motivi di fatturato perdiamo di vista: ogni persona svolge una funzione, che deve essere messa in giusto risalto e deve essere messa in relazione con il team.
Quali sono stati gli episodi o le situazioni divertenti del backstage?
Sicuramente, l'imbarazzo per me e per i ragazzi di dover agire filmati dalle telecamere. E lo stupore di fronte ad alcune situazioni che non venivano comprese subito: per esempio, al corner dell'estetica alcune clienti sono state abbandonate a metà del lavoro per esigenza di girato, ma la collaboratrice non lo sapeva e non si spiegava il perché non potevano essere finite.
Come trovi l'ambiente della coiffure oggi per i giovani alle prime armi? Quanto è cambiato rispetto ai tuoi esordi?
Oggi i tempi sono molto più veloci, la formazione non fa più aspettare tre o cinque anni per mettere le forbici in mano ai ragazzi. Abbiamo modificato tutto il sistema formativo per trasformare l'apprendista in un professionista in grado di contribuire subito al fatturato del salone. È utile sia al titolare sia al giovane alle prime esperienze.
C'è stato qualcosa che hai fatto mentre eri sotto mentite spoglie che ti ha messo davvero in difficoltà, nonstante la tua esperienza?
La manicure non è stato proprio il mio forte, non credo che ripeterò l'esperienza mai più! Ma ribadisco che questa esperienza è stata interessante per capire quanto ogni ruolo all'interno del salone sia importante. Con un corretto coordinamento del titolare, tutte possono dare il meglio e tutte hanno pari dignità.
