24 Giugno 2025

Ricordando Giancarlo Verona

Giancarlo VeronaGiancarlo Verona è un manager che ha scritto per oltre mezzo secolo la storia del settore tricologico, un imprenditore che ha dato concretezza commerciale – con netto vantaggio sui tempi – ad una geniale intuizione: il curativo. Lo ricordano i figli Sara e Andrea.


Il ricordo di Sara Verona
“Era un uomo con un grande senso della famiglia. Un padre autorevole ma sempre pronto a dare il buon esempio. Spesso si rammaricava di non aver passato abbastanza tempo con noi, ma era presente quando occorreva… Azienda e famiglia era per lui tutt'uno. Spesso scherzando si diceva che Medavita era il primo figlio di papà. La famiglia era per lui un valore fondamentale. Diceva sempre che una società cresce con il crescere della famiglia, e non solo in termini capitalistici.

Giancarlo VeronaPer lui il lavoro doveva essere fatto con passione! Ci diceva sempre che ognuno deve trovare la propria strada e percorrerla con impegno ed entusiasmo. Io, ad esempio, avevo la passione del canto lirico e lui era pronto ad aiutarmi economicamente pur di aiutarmi a coronare il sogno… Parlare di papà come imprenditore è facile: lui era la sua azienda! Era uno da 12 ore in ufficio, un tipico imprenditore degli anni '60 che ha sempre lavorato sodo, sacrificando la vita privata ma con l'orgoglio di aver creato crescita per l'azienda e per l'Italia intera.

Come imprenditore ha avuto ottime intuizioni. Per un'azienda piccola era fondamentale avere concessionari monomandatari ed esclusivisti, una rete di persone come quella creata da lui, che cresceva insieme, diventando partner, amici, persone di famiglia… Il suo limite più grande, se di limite si può parlare, era di non fare mai il passo più lungo della gamba. Per papà il lavoro era sinonimo di libertà. La libertà di realizzarsi come persona, di creare qualcosa per sé, per la propria famiglia e per gli altri.

I suoi hobby? Un amore incredibile per il golf e il fumo della pipa. Non gli interessavano le auto costose, preferiva investire i suoi soldi in azienda, ma amava viaggiare, diceva che apriva la mente. Era un uomo rinascimentale…”.

Giancarlo VeronaIl ricordo di Andrea Verona
“Papà era una colonna per la famiglia e per l'azienda. Aveva un modo di fare burbero. Da lui ho imparato valori come l'onestà, il rispetto delle persone, l'etica del lavoro, il dare l'esempio. Uomo di grande rigore morale, diceva sempre che preferiva essere truffato piuttosto che essere un truffatore. Per lui i fatti contavano più delle parole e quando a 16 anni ho chiesto di avere una moto, mi ha accompagnato in banca per aprire un credito: i soldi non mancavano, ma mandandomi ogni mese a pagare la rata ha voluto farmi provare in prima persona cosa voleva dire contrarre debiti….

Come imprenditore ha avuto intuizioni geniali. La prima, lanciare il curativo in un periodo storico in cui esistevano solo permanente e colore. La seconda, affidare la distribuzione a concessionari esclusivisti sull'intero mercato nazionale, creando una rete vendita di 20 agenti che ha seguito per trent'anni, trasformandoli in altrettanti imprenditori/aziende. Strada facendo, ha rinunciato a molte facili opportunità di guadagno pur di mantenere l'impegno preso con queste persone. Era un uomo lungimirante ed onesto. Ha creato un'azienda solida, ben strutturata, cresciuta grazie al fatto che papà reinvestiva quel che guadagnava. Aveva inoltre una grande capacità nello scegliere i suoi collaboratori, puntando non solo sulla professionalità, ma su un certo rigore morale. Era un uomo onesto che amava circondarsi di persone altrettanto oneste e questo ha fatto sì che Medavita sia riconosciuta come una bella azienda!

Altro aspetto innovativo è stato aver fatto del parrucchiere un 'portatore di cultura del capello', un sapere professionale da trasmettere alla cliente aiutandola a portare a casa utili consigli/prodotti per la bellezza dei capelli. Ha inoltre puntato molto sulla formazione del parrucchiere con programmi show & education fittissimi ed organizzati su tutto il territorio. Non a caso il magazine Accademia dei giardini, era considerato un mezzo privilegiato per avere un rapporto diretto con l'acconciatore. Contemporaneamente, non ha trascurato l'informazione alla cliente, con campagne stampa finalizzate a far conoscere la marca anche al mercato consumer”.

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