Intesa Sanpaolo apre al pubblico dal 14 dicembre 2023 al 7 aprile 2024 alle Gallerie d’Italia a Vicenza la mostra Le trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento, a cura di Howard Burns, Vincenzo Farinella e Mauro Mussolin. La mostra affronta per la prima volta con taglio monografico un aspetto fondamentale dell’arte, della cultura, della società e degli studi antiquari del Rinascimento: le acconciature femminili.
Attraverso una selezione circa 70 opere provenienti da importanti musei nazionali e internazionali, oltre che dalla collezione Intesa Sanpaolo, tra cui busti – da quelli imperiali a quelli rinascimentali – dipinti, sculture, monete antiche, medaglie moderne, disegni, volumi a stampa, l’esposizione ricostruisce il mondo affascinante e complesso delle capigliature del Quattro e Cinquecento, le possibilità artistiche che hanno offerto e la loro importanza nella società e nella moda italiana.
Faustina, la musa imperatrice
Partendo da busti, sculture e disegni si ripercorrono le donne modello che hanno ispirato gli artisti, influenzando la società e la moda italiana.
Il titolo della mostra si riferisce all’imperatrice Faustina Maggiore, moglie di Antonino Pio, celebrata per le sue capigliature distintive ed estrose che subito si diffusero nel mondo classico. Faustina, aveva i capelli annodati in lunghe trecce aggrovigliate sulla testa. Anche Faustina Minore, sua figlia, adottò questo metodo, ma tenendole legate sulla nuca, ai tempi infatti le due si confondevano. Artisti come Mantegna e Bellini la scelsero come musa ispiratrice, in particolare il secondo realizzò la “Santa Caterina della sacra conversazione Renè” con i capelli tutti aggrovigliati in delle lucenti perle.
Chiome raccolte vs ciocche libere
Nel Medioevo, capelli raccolti o sciolti dicevano molto di una donna sulla sua posizione sociale. Anche una sola ciocca libera stava a significare l’eros, l’arma della seduzione, e nel caso di Maddalena rappresentavano la penitenza. Nel Rinascimento invece c’era il tentativo di liberare i capelli. A Vicenza queste ciocche rivoluzionarie sono visibili con Medusa, nell’eroina di Verrocchio e ancora in Lucrezia Borgia, di cui viene esposta una ciocca come reliquia.
Gli accessori delle nuove muse
Alla fine del 500 le acconciature erano caratteristiche in ogni corte italiana, Eleonora di Toledo, dalla corte di Napoli voleva portare la sua moda nella corte fiorentina, essa è ritratta ed esposta alla mostra con la sua retina d’oro per contenere i capelli. Isabella D’Este sempre per racchiudere capelli, utilizzava invece una rete simile ad una tiara che volumizzava il capo.
Michelangelo e Cleopatra
Gli artisti erano incuriositi dalle acconciature con i nuovi accessori, cosi ritraggono le donne con capigliature ancora più originali. La Cleopatra di Michelangelo ad esempio è rappresentata con una coda laterale che cade dalla nuca e gira introno alla figura, facendo pensare a dei serpenti (causa della morte di Cleopatra).
(Venezia, 1430 circa 1516) Sacra Conversazione Renier (Madonna con il
Bambino tra le sante Caterina d’Alessandria e Maddalena)
ritratto femminile con acconciatura
ispirata a Faustina Maggiore
140 150 d.C.circa
Una mostra che fa parte del progetto museale Gallerie d’Italia
Nel corso Neoclassicismo c’è un ritorno al classico, con il disegno di Canova, torna in vita Faustina con le sue stravaganti acconciature.
Lo spazio espositivo raccoglie una selezione di ritratti di protagoniste del Rinascimento, tra cui Lucrezia Borgia, Isabella d’Este, Vittoria Colonna ed Eleonora da Toledo, e approfondisce l’espressività delle acconciature nella ritrattistica ufficiale, evidenziando come le stesse donne le abbiano utilizzate per proporre valori culturali e modelli di comportamento.
Nell’ambito della mostra saranno proposti incontri ed eventi e un’ampia attività di didattica gratuita rivolta alle scuole e alle famiglie. Il catalogo della mostra è realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira.
Il museo di Vicenza, insieme a quelli di Milano, Napoli e Torino, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca.
Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo, afferma: “Apriamo, nella cornice suggestiva di Palazzo Leoni Montanari, un progetto capace di sorprendere per la bellezza delle opere esposte e l’originalità del tema che le collega, portando a Vicenza capolavori dall’antichità al Rinascimento che ancora oggi offrono riflessioni attuali. La provenienza dei prestiti racconta il respiro internazionale dell’iniziativa e conferma il contributo della Banca, attraverso le Gallerie d’Italia, a impreziosire una città fortemente legata alla storia del nostro irrinunciabile impegno in cultura.”