29 Settembre 2023

Bello e Buono: Davines e Barilla insieme per l’agricoltura rigenerativa

Si chiama Bello e Buono il progetto triennale che vede due grandi aziende made in Italy, Davines Group e Barilla, collaborare insieme per tutelare l’ambiente attraverso sistemi di agricoltura rigenerativa.

Cosa succede quando la bellezza incontra il buon cibo nel segno dell’agricoltura rigenerativa? Ce lo raccontano Davines Group e Barilla, due grandi aziende di Parma impegnate rispettivamente nel settore della cosmetica professionale e in quello alimentare, che insieme hanno dato vita a Bello e Buono, un progetto triennale dedicato all’agricoltura rigenerativa, con l’obiettivo di sviluppare sistemi e pratiche agricole che favoriscano la “rigenerazione” dei suoli, sia dal punto di vista ambientale che sociale.

A causa di coltivazioni intensive e dell’uso non responsabile di fitofarmaci, il suolo ha perso il suo naturale equilibrio. Per ripristinarlo e arricchirlo della sostanza organica persa negli anni, Barilla e Davines hanno predisposto un’area di 10.000 mq, adiacenti alle loro sedi, in cui i team di Ricerca Agronomica delle due aziende hanno avviato la sperimentazione della coltivazione in rotazione di cereali e piante destinate al buon cibo – come il grano tenero, il grano duro e il cece – e alla produzione di essenze utilizzate dall’industria cosmetica, come la melissa, la calendula e la lavanda.

“Barilla da tempo promuove il processo di transizione verso sistemi di coltivazione più sostenibili, in grado di ridurre gli impatti ambientali e preservare la biodiversità: l’agricoltura rigenerativa è uno di questi”, ha dichiarato Elena Bertè, Agronomy Research Manager del Gruppo Barilla. “Il nostro approccio è basato sulla ricerca, lo studio e la misurazione, al fine di porre delle solide basi scientifiche per migliorare l’ambiente in cui viviamo attraverso le nostre filiere ed i nostri prodotti. Il termine rigenerativo esprime di per sé il concetto di ‘ripristino’ dell’equilibrio della terra e della conservazione della biodiversità; la transizione verso questo sistema di coltivazione è un processo che richiede tempo e in cui il coinvolgimento e la valorizzazione del ruolo dell’agricoltore saranno fondamentali ed imprescindibili”.

“Il 60-70% di tutti i suoli europei è definito non in salute o in condizioni di degrado a causa di pratiche agricole non adatte, dell’inquinamento, urbanizzazione e per l’effetto dei cambiamenti climatici” ha ricordato Dario Fornara, Research Director di EROC (European Regenerative Organic Center) del Gruppo Davines. “La perdita significativa di sostanza organica e di biodiversità nei terreni agricoli rispecchia pienamente questo degrado. La soluzione sta nella riscoperta di pratiche agricole che favoriscono (e non impediscono) i processi biogeochimici naturali che avvengono nell’ecosistema suolo. Pratiche agricole biologiche rigenerative hanno questa capacità di favorire l’accumulo di carbonio organico nel suolo, di aumentare la diversità biologica dei terreni e di creare agro-ecosistemi più resilienti ai cambiamenti climatici”.

Agricoltura rigenerativa: sempre più sinergia tra il benessere del suolo e dell’uomo

Grazie al programma Bello e Buono, Barilla e Davines metteranno a confronto tecniche di agricoltura sostenibile con quelle di agricoltura rigenerativa. A livello scientifico, il progetto vuole misurare l’impatto di pratiche agricole diverse sull’aumento della sostanza organica del suolo, primo indicatore della sua fertilità, e della biodiversità e vuole valutare l’impatto della coltivazione di colture appartenenti a filiere diverse sull’economia di un’azienda agricola.

L’accordo, inoltre, mette in rilievo la forte sinergia tra la “rigenerazione” del suolo, attraverso le pratiche agricole, e la “rigenerazione” dell’uomo che beneficia sia della parte cosmetica che di una dieta alimentare più sana.

Tra gli obiettivi del progetto vi è quello di diffondere le pratiche rigenerative alla coltivazione delle colture tipiche del nostro territorio. L’empowerment degli agricoltori, la diffusione di una cultura universale e il consenso unanime sulle pratiche da adottare saranno elementi fondamentali affinché il processo verso un uso della terra responsabile e l’aumento della biodiversità avvenga velocemente.

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