Corsi e ricorsi sono fenomeni comuni nella moda come nel design. Torna lo stile industriale, reinterpretato con dettagli innovativi. L’esempio di Leco Odd a Tokyo.
Leco Tokyo è un’insegna coiffure che conta tre saloni nella capitale giapponese. L’ultimo è stato aperto nel 2022 ad Harajuku, distretto considerato il fulcro delle culture giovanili più estreme di tutto il Giappone, dove i negozi di moda propongono stili inediti e all’avanguardia.
In questo contesto, la scelta del nome Odd per il salone non è casuale, al contrario. Come spiega lo studio di design e architettura Kfuna, che ha curato il progetto, il termine vuole mettere in evidenza proprio il concetto di “strano” nel senso di differente dal comune, qualcosa che emerge dalla massa e che può essere considerato motivo di curiosità o, all’opposto, motivo di diffidenza e atteggiamento giudicante.
Sulla scia di queste riflessioni è nato un salon concept particolare. Alla base una forte vocazione industriale, che si allinea allo spirito anticonformista del distretto in cui si colloca, rintracciabile in molti elementi: lo spazio è stato lasciato nel suo aspetto più ruvido e non rifinito. A catturare l’occhio è l’impianto di aerazione, lasciato a vista, che con il suo metallo connota in modo inequivocabile l’ambiente. Nonostante i muri siano intonacati in modo impeccabile, il pavimento – con il suo effetto grezzo e con macchie e venature originali – prende il sopravvento e amplifica l’atmosfera creata dall’impianto.
L’illuminazione prevede una grande componente di luce naturale, che entra generosa dalle ampie finestre a tutta altezza disposte lungo le pareti. Mentre i neon arricchiscono il soffitto, portando il loro contributo all’effetto industriale.
Fin qui, lo stile industriale è da manuale, con i suoi elementi classici. Cosa lo rende inedito nell’interpretazione di Kfuna? Il lavoro sul cambio di prospettiva. Particolarmente evidente nella disposizione degli specchi che, pur mantenendo la loro funzione nelle postazioni lavoro, siccome vengono appesi liberi e “storti” rispetto alle pareti, diventano un elemento decorativo e di curiosità che spiazza gli ospiti.
La zona lavaggi conserva la tradizionale privacy, essendo ricavata in una nicchia sopraelevata e dotata sul lato frontale di una parete che la isola dal resto del salone. A disorientare e scardinare il punto di vista solito è l’uso di un rivestimento iridescente, che cambia colore al mutare dell’angolo visuale. Un tocco psichedelico in un contesto di ispirazione brutalista e minimale.
Credito foto: Daisuke Shima