Da oltre mezzo secolo l’evento musicale (e non) più atteso dell’anno, è da sempre il “termometro” delle tendenze, anche nei tagli capelli. Sanremo e i suoi haircut più iconici.
È la fotografia di un momento. Ogni anno è preceduto e seguito da gossip, chiacchiere e critiche. Sul palco dell’Ariston passano le mode, le tendenze del momento, il costume di una società. Vediamo i tagli capelli iconici di Sanremo, quelli che hanno segnato un’epoca e che sono rimasti nella storia del Festival più amato d’Italia.
Taglio capelli Sanremo: gli anni Sessanta
Se il decennio prima fa parte di una ipotetica “preistoria” del nostro costume, i favolosi Sixties sono i primi dell’era moderna, quando parliamo di moda e di hairstyling. Nel 1966, arriva a Sanremo una cantante che lascia il segno, interpretando un pezzo scartato da Adriano Celentano, Nessuno mi può giudicare.
Direttamente dal mitico salone Vergottini di Milano, arriva Caterina Caselli: il suo short bob diventa il simbolo di un’epoca, ispirata ai valori della Swinging London, imitata dai nuovi artisti italiani.
Tra gli Hairstyle iconici di Sanremo ecco Anna Oxa
L’arrivo di Anna Oxa sul palco sanremese del 1978 fu un piccolo shock, qualcosa di mai visto in prima serata per uno spettacolo popolare come la kermesse della città ligure. Una giovanissima Anna Oxa, al debutto sanremese, sdogana un hair look vagamente punk.
Il suo pixie cut androgino, in combutta con un make-up coreografico, apre le porte ai tagli “gamine”, da ragazzaccio. E la sua Un’emozione da poco diventa un classico, una delle più belle canzoni della storia di Sanremo.
Tra i tagli iconici di Sanremo ecco il Mullet
Il 1983 è un anno particolare per il Festival, con un podio tutto al femminile e una vincitrice a sorpresa, la poco più che esordiente Tiziana Rivale, meteora pop che primeggia con Sarà quel che sarà.
Se la canzone non rimarrà nella storia per essere un capolavoro pop, Tiziana Rivale porta al Festival un taglio simbolo dei favolosi Eighties, il mitico Mullet, ispirato agli haircut di star internazionali come i membri dei Duran Duran, Wham! e Spandau Ballet.
Patty Pravo e il suo haircut orientale
Con un abito strepitoso firmato Gianni Versace, scende le famose scale dell’Ariston con il mood di una bambola di porcellana giapponese, con tanto di ventaglio. La camaleontica Patty Pravo stupisce ancora nell’anno in cui ci sono i Queen tra gli ospiti internazionali.
Per una bambola è una bella canzone, ma è il taglio capelli “Antico Giappone”, che la cantante veneziana sfoggia per l’occasione, a lasciare il segno negli annali sanremesi.
Lo stile Animalier di Annalisa Minetti il più imitato
Vince l’edizione del 1998 e diventa subito un trend: Annalisa Minetti conquista l’Ariston con Senza te o con te, e la sua chioma con effetto “animalier” è il dettaglio più copiato.
Quel tocco trasgressivo, che accompagna una canzone tutto sommato “sanremese” e non certo d’avanguardia, fa la differenza. E la chioma leopardata entra di diritto negli hairstyle iconici del Festival della canzone italiana.
Il crazy color di Loredana Berté non passa inosservato
La cantante italiana più trasgressiva si è sempre divertita a portare a Sanremo il rock, con look originali che hanno spesso alzato polveroni, critiche e discussioni.
Nel 2019 torna alla grande con Cosa ti aspetti da me e puntualizza una volta per tutte il suo crazy color preferito, il blu, che diventa il suo tratto distintivo, come anni prima lo erano i capelli lunghi e ricci.
La Pony Tail di Elodie come esempio di sensualità
Super sexy, è sul palco sanremese con Andromeda. Non vince il festival ma porta all’Ariston un’incredibile sensualità.
Rilancia i capelli lunghi, anzi lunghissimi. Organizzati in una coda di cavallo alta sulla nuca, che diventa il suo trademark.