L’idea è nata osservando la mancanza di varietà e dettaglio delle acconciature proposte come opzioni look nei videogiochi. Un segnale che l’artista di Oakland A.M. Darke ha colto come spunto per avviare il cambiamento.
Un archivio di modelli 3D che rappresentino in modo realistico le acconciature afro. Questa è l’idea innovativa alla base dell’Open Source Afro Hair Library. Ma la questione dei capelli afro in 3D in realtà è più complessa di quanto sembri. E vi spieghiamo perché.
Tutti sappiamo del successo dei videogiochi, una nicchia che sempre più sta attirando l’attenzione di players esterni del settore, come stilisti e brand di moda che hanno cominciato a lanciare le loro collezioni all’interno di videogiochi famosi. Si tratta di un mondo dove, oltre al divertimento, passa anche la rappresentazione delle etnie, dei ruoli sociali e dei diritti civili.

È con quest’occhio che l’artista di Oakland A.M. Darke si è resa conto che nell’ultima edizione del videogioco Outriders, solo 4 su 24 sono acconciature afro e quelle 4 raccontano la blackness attraverso vecchi stereotipi. Stessa lacuna ha riscontrato su CGTrader e TurboSquid, due marketplace di modelli 3D. Un segnale che indica quanto ancora la popolazione nera non venga rappresentata in modo adeguato in tanti ambiti.

Per questo Darke, che insegna anche arti digitali alla UC Santa Cruz, ha iniziato a reclutare altri artisti neri per creare l’Open Source Afro Hair Library, il primo database gratuito al mondo di capelli afro in 3D. Ogni artista creerà un personaggio con nove acconciature uniche. Quando verrà lanciato nel giugno 2023, la piattaforma offrirà risorse 3D da utilizzare nei videogiochi e nell’animazione e fungerà da galleria per normalizzare la blackness nel settore dei videogiochi.
Sicuramente un’operazione artistica e commerciale, ma anche un primo passo verso un maggior riconoscimento della cultura nera a livello internazionale, che tanto si esprime anche attraverso l’acconciatura.