In contrazione fatturato globale del settore (-12,8%) ed export (-16,5%) ma prospettive positive per il 2021, grazie all’indispensabilità del cosmetico e alla capacità di adattamento dell’industria. Nei canali commerciali vola l’e-commerce!
Sono i dati preliminari che emergono dall’Indagine congiunturale del Centro Studi di Cosmetica Italia. Il settore cosmetico si conferma così ancora una volta un comparto cha saputo reagire, consegnando saldi finali meno critici di quanto previsto, nonostante i segni negativi.
Secondo i dati preconsuntivi 2020, il fatturato globale del settore sfiora i 10,5 miliardi di euro con una contrazione del -12,8% rispetto al 2019; in calo anche i valori del mercato interno (-9,6%).
Risentendo delle limitazioni e delle incertezze a livello internazionale, le esportazioni registrano un -16,5% e raggiungono un valore di oltre 4 miliardi di euro; si approssima invece agli 1,9 miliardi di euro il valore della bilancia commerciale.
Un segnale importante perché per entrambi questi indicatori la cosmetica si classifica al terzo posto, tra i beni non food, nel confronto con settori contigui, dopo abbigliamento-moda e mobili.
«Le prospettive di ripresa per il 2021, seppur distanti dai valori del 2019, ci sono. Il cosmetico è infatti un bene indispensabile, come la stessa pandemia ci ha ricordato – afferma Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia – Lo scorso anno abbiamo assistito ad una accelerazione nel cambiamento dei modelli di comportamento, alla ridefinizione degli equilibri internazionali e all’evoluzione dell’organizzazione del lavoro e delle relazioni personali: fenomeni che verosimilmente si sarebbero concretizzati nel medio periodo. Le imprese sentono da un lato la spinta alla ripartenza, dall’altro hanno però bisogno di nuove e solide condizioni per potersi realizzare, accompagnate da un piano governativo capace di affiancarle, anche in termini di promozione del Made in Italy, sul piano dell’innovazione, della digitalizzazione e dello sviluppo sui mercati esteri».
Suddivisione per canali commerciali
Solo l’e-commerce mostra dati positivi: il suo valore raggiunge, secondo i dati preconsuntivi, i 700 milioni di euro (+42% rispetto al 2019), portando il retail digitale al quarto posto tra i canali di distribuzione con un peso del 7,4% sul totale mercato 2020.
Segni negativi per tutti gli altri canali: acconciatura (-28,5) ed estetica (-30,5%), risentono delle chiusure forzate del primo lockdown, oltre che – per l’estetica – delle ulteriori restrizioni per area geografica, con riferimento alle regioni in zona rossa. Vendite dirette (porta a porta e per corrispondenza) in logica difficoltà a -30% rispetto al 2019, la profumeria raggiunge invece un -27%. Le erboristerie scendono a -26%.
La farmacia e grande distribuzione sono invece i canali che, seppur con dati in contrazione, hanno contenuto i cali. La farmacia chiude infatti il 2020 con un trend attorno al -2,5%, analogamente alla grande distribuzione, anch’essa a -2,5%. Quest’ultima continua a rappresentare oltre il 41% dei consumi cosmetici.
«L’83% degli operatori intervistati ha segnalato che verrà raggiunto un equilibrio per la propria azienda e per i mercati di riferimento nel corso del 2021 – evidenzia Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi di Cosmetica Italia – Incidono su questo atteggiamento alcuni fattori positivi emersi nel corso della pandemia tra le imprese: la flessibilità e l’adattamento al contesto, gli investimenti in ambito digitale ed e-commerce, gli alti standard qualitativi, la costante propensione verso ricerca e sviluppo”.
L’Indagine congiunturale completa e le presentazioni illustrate nel corso dell’evento sono disponibile a questo link. Allo stesso link è disponibile anche la registrazione del webinar.