2 Giugno 2023

Nuove misure anti-Covid in Europa, in Francia saloni chiusi

Nuove restrizioni per prevenire i contagi da Covid-19 in Europa. Ecco le misure anti-Covid che adotteranno Francia, Spagna, Germania e Regno Unito.

Francia: i saloni di acconciatura chiusi, un film già visto.

Nuovo lockdown in Francia a partire dal 30 ottobre, fino al 1 dicembre, lo ha annunciato il Presidente Macron. Sono stati 36.437 i nuovi contagi di Covid-19 in Francia il 29 ottobre.

Le scuole, le amministrazioni, le ephad (case per gli anziani) resteranno aperte. Le aziende resteranno operative, con l’adozione dello smart working per gli uffici. Come per il primo lockdown, tutti gli esercizi commerciali non essenziali – tra cui i saloni di acconciatura – dovranno chiudere proprio a partire da venerdì sera. Tuttavia, il governo ha annunciato la possibilità di allentare le misure in 15 giorni se i primi risultati sull’epidemia si dimostreranno positivi nell’arrestare la curva di crescita del contagio.

Il settore dell’acconciatura è il più grande in Francia, con oltre 180.000 addetti. Se da una parte le misure decise per lottare contro il covid-19 sono necessarie per arginare l’epidemia in Francia, sono anche un duro colpo per l’intero settore dell’acconciatura, già provato dalle misure della primavera 2020. Le nuove condizioni di accoglienza messe in atto nei saloni e scrupolosamente rispettate da tutti, non sono state quindi sufficienti a convincere il governo a lasciare aperte queste piccole imprese locali, tutto il comparto è in rivolta.

Oltre ai saloni di acconciatura dovranno chiudere i battenti bar e ristoranti, ma anche i negozi di abbigliamento, le librerie, i fiorai, i centri estetici, i centri commerciali, etc. Resteranno aperti gli alimentari, i supermercati, così come le banche e le compagnie assicurative, le tabaccherie e la distribuzione della stampa, le stazioni di servizio, le farmacie, gli hotel, le strutture sanitarie, le pompe funebri o anche le rimesse e i garage e altri esercizi che si occupano di riparazione e manutenzione di automobili.

Restano valide tutte le misure di protezione individuale e di distanziamento sociale già in vigore.

Germania: stretta anche sul suolo tedesco, ma è un lockdown light.

Anche il governo federale e i Land tedeschi corrono ai ripari nel tentativo di limitare la pandemia su tutto il territorio della repubblica federale. “Stiamo avendo una crescita esponenziale dei casi di contagio“, ha dichiarato la Cancelliera Angela Merkel dopo l’incontro con i Leader, annunciando “misure dure“.

La Germania opta per un’importante limitazione dei contatti sociali a partire già dal prossimo lunedì, 2 novembre:

  • Limitazione dei contatti sociali: un massimo di dieci persone appartenenti a un massimo di due famiglie potranno incontrarsi in pubblico. Gli asili nido, gli asili e le scuole devono rimanere aperti. Per evitare che il virus si diffonda in Germania, i cittadini sono invitati ad astenersi da viaggi privati ​​”non necessari”.
  • Ristoranti e bar resteranno chiusi fino a nuovo avviso.
  • Le strutture per l’intrattenimento e il tempo libero saranno chiuse, incluse: palestre, teatri, sale da concerto, cinema, fiere, piscine, saune, bagni termali, parchi di divertimento, sale giochi, casinò, scommesse, bordelli.
  • Chiudono anche le aziende del settore della cura della persona come i saloni di estetica, massaggiatori e tatuatori. I saloni di acconciatura, tuttavia, rimarranno aperti in base ai requisiti di igiene esistenti. Anche i trattamenti medici, come la fisioterapia, dovrebbero continuare ad essere somministrabili.
  • Stop anche al tempo libero e allo sport amatoriale, escluso lo sport individuale (da soli, in coppia o con la propria famiglia). Per il momento non ci saranno spettatori nello sport professionistico. La Bundesliga deve ora affrontare di nuovo i “giochi fantasma”.
  • La vendita all’ingrosso e al dettaglio rimarrà aperta. Tuttavia, non più di un cliente per dieci metri quadrati potrà entrare nei negozi.

Infine, le aziende stanno sollecitando i governi federale e statale a consentire ai propri dipendenti di lavorare da casa ovunque sia possibile.

Qui invece per conoscere il nuovo DPCM emanato in Italia.

Spagna: chiusure all’orizzonte anche per gli spagnoli, ma per il momento soltanto a livello regionale.

Lo stato di allarme decretato domenica scorsa dal premier Pedro Sachez e volto a frenare la pandemia di coronavirus offre ai governi regionali gli strumenti legali per adottare misure di limitazione della mobilità – se necessario – come la chiusura dei confini delle città o addirittura di un’intera regione.

Soluzione in fase attuativa da un numero crescente di regioni spagnole che hanno già ordinato restrizioni alla mobilità, con altre previste nei prossimi giorni dopo aver esaminato il parere dei loro esperti tecnico-scientifici proprio in vista dell’imminente ponte dei Morti. I saloni di acconciatura per il momento rimangono aperti, in base ai requisiti di igiene esistenti.

UK: in vista chiusure ad hoc a livello regionale, ma niente blocco nazionale

Il tasso di nuove infezioni in Inghilterra raddoppia approssimativamente ogni 10-14 giorni, il che sta causando crescente preoccupazione sia al governo che alla popolazione. Tuttavia, non ci sono piani in atto per imporre un blocco nazionale, se non quello di sottoporre le aree più colpite del paese a restrizioni più severe.

A differenza della prima ondata, quando l’intero paese è stato colpito in modo uniforme, questa volta il virus sembra essere altamente concentrato solo in alcune parti del paese, in particolare nelle regioni settentrionali e in parti delle Midlands. Il sud-est, il sud-ovest e l’East Anglia registrano ancora tassi di infezione relativamente molto bassi.

Hair & Beauty Salons e altre attività commerciali sono costrette a chiudere solo nelle aree più colpite (Tier 3) e ovunque continuano a operare secondo le linee guida di sicurezza anti-Covid implementate in estate.

Non ci sono nuovi messaggi dal Primo Ministro Boris Johnson o dal Governo, se non per annunciare quali sono le ulteriori aree in corso di valutazione per restrizioni più severe.

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