Dopo il crollo dei consumi dovuto all’emergenza Covid-19 e al lockdown, il settore della cosmesi contiene i danni e si reinventa.

Presentata a Milano l’indagine congiunturale del Centro Studi di Cosmetica Italia: a fronte di un inizio in tenuta nei primi mesi del 2020 e al crollo post lockdown, l’industria cosmetica – grazie alla capacità di reazione delle imprese del settore – contiene la perdita prevista nel secondo semestre a -11,6%. Il confronto tra la bilancia commerciale del primo semestre 2020 e quella del 2019 registra una variazione negativa di 311 milioni di euro, performance ben migliore di altri settori contigui (calzatura, abbigliamento e pelletteria) non food.
“Nel leggere questi dati caratterizzati da un segno negativo dobbiamo innanzitutto comprendere le difficoltà che le nostre aziende hanno affrontato: dal lockdown alla chiusura di molti esercizi distributivi, dalle tensioni sui mercati esteri e nel reperire le materie prime al cambiamento delle abitudini di acquisto” commenta Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia.
“Queste stime, ben più contenute rispetto a quanto ci saremmo aspettati solo pochi mesi fa, testimoniano la decisiva capacità di reazione del nostro settore che, in un contesto di crisi, dà prova di solidità, capacità imprenditoriale e resilienza. Un atteggiamento dimostrato anche dagli investimenti in ricerca e innovazione che continuano a rappresentare il 6% del fatturato, il doppio della media nazionale».
L’analisi dei canali distributivi
Si evidenzia come il mass market – con una lieve contrazione del -1,7% – continui a coprire oltre il 40% del mercato cosmetico seguito, novità di questa rilevazione, dalla farmacia che si stima chiuderà il 2020 con un solo calo di due punti percentuali, sorpassando la profumeria (-24% rispetto al 2019).
I canali professionali scontano le chiusure forzate di circa tre mesi: le previsioni di chiusura anno per l’acconciatura professionale indicano un -29% e un –28,3% per l’estetica.
L’e-commerce (in relazione all’importante cambiamento nelle abitudini di consumo dovuto alla situazione contingente) è l’unico canale distributivo che registra un andamento positivo, con una crescita stimata del +35% a fine 2020.