Romina Paludi, portavoce di una petizione che ha raggiunto sui social 35mila iscritti, è stata ricevuta dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte insieme ad altri rappresentanti del settore bellezza. Tra le richieste, la possibilità di sedere al prossimo tavolo governativo.
di Lucia Preziosi
L'avevamo intervistata in occasione della “tassa covid-19”, durante la quale ci aveva parlato della petizione “Salviamo Centri Estetici, Parrucchieri, Barbieri, Barbershop, Onicotecnici, Truccatori, Tatuatori” – che ha raggiunto sui social 35 mila iscritti – e delle 1776 mail inviate al Presidente Conte per chiedere un colloquio diretto.
L'8 giugno scorso, Romina e una piccola rappresentanza di parrucchieri ed estetiste si sono ritrovati davanti a Montecitorio per una protesta distanziata e con mascherine, che si è conclusa con una bella soddisfazione: “Con le regole post pandemia non è stato possibile organizzare una vera e propria manifestazione di piazza ma sono riuscita ugualmente a farmi ascoltare dal premier – racconta Romina Paludi – Dopo aver parlato prima con gli agenti all'entrata di palazzo Chigi e poi con il Capo Gabinetto Alessandro Goracci, sono stata finalmente ricevuta dl Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte in una delle sale degli Arazzi.”
Che cosa avete chiesto di preciso al Presidente Conte?
Devo dire che è stato davvero gentile e ci ha ascoltato con attenzione. Abbiamo chiesto la pace fiscale per il 2018/19, l'anno fiscale bianco per il 2020/21, l'abbassamento della pensione a 55 anni per tutti, la sburocratizzazione del sistema, l'abbassamento immediato dell'Iva, l’esonero contributivo per il datore di lavoro che assuma a tempo indeterminato chi beneficia dei redditi di cittadinanza, una maggior lotta all'abusivismo. Ma soprattutto abbiamo chiesto di poterci sedere alla prossima occasione a un tavolo governativo perché non ci sentiamo rappresentati dalle attuali categorie di settore.
Da cosa nasce questa disillusione verso le rappresentanze?
Dal fatto che sono uomini in “giacca e cravatta” che non conoscono a fondo i nostri problemi. Portano avanti solo i propri interessi ma ignorano le difficoltà di chi come noi lavora con le 'mani in pasta': che ne sanno loro di cosa significhi in un momento come questo fare una ceretta o una colorazione per capelli? Indipendentemente dalle misure di sicurezza attuate che ci sono costate grandi sacrifici, i clienti continuano ad aver paura di venire in salone e il lavoro è drasticamente diminuito. C'è chi non ha nemmeno potuto riaprire.
Il vostro prossimo obiettivo?
Abbiamo già presentato la dovuta documentazione per partecipare al tavolo di governo, intanto ho iniziato a muovermi per avere un colloquio diretto con il presidente dell'Inps Pasquale Tridico: la sua dichiarazione “Abbiamo riempito gli italiani di soldi” e le accuse di “pigrizia e opportunismo” mosse alle aziende italiane che hanno difficoltà a ripartire, sono davvero inaccettabili!