Una situazione che cambia di giorno in giorno, e in certi casi anche di ora in ora. Mai come in questo periodo, essere un imprenditore significa dover fronteggiare una situazione di incertezza facendo affidamento su esperienza e sensibilità. Abbiamo domandato ad alcuni responsabili di aziende top del settore coiffure in che modo stanno affrontando la crisi. Queste le parole di Aldo Nocentini, Chief Commercial Officer di Kemon.
Come sta affrontando la vostra azienda le turbative di mercato (viaggi rimandati, fiere posticipate, ordini sospesi…) che la situazione di diffusione del Coronavirus sta causando su tutti i mercati?
Per ora niente ordini sospesi, ma va gestito con lungimiranza l'approvvigionamento. Le visite aziendali sia da fornitori che da clienti che distributori sono sottoposte a restrizioni prudenziali atte a proteggere la continuità del business.
Per il settore strettamente commerciale sì, ci troviamo a fronteggiare il posticipo di Cosmoprof con conseguente ripianificazione dei lanci dell'anno e notevole sforzo organizzativo da parte della struttura; siamo stati inoltre costretti ad annullare una convention nazionale prevista a Bologna il 18/02 e la pianificazione delle attività formative sia in Italia che all'estero sta già risentendo fortemente della circostanza.
Tuttavia, nonostante il carattere emergenziale della situazione ed il ristretto orizzonte temporale, l'azienda si sta organizzando velocemente per rispondere con la tecnologia alle esigenze di business principali: non fermare i lanci, non bloccare la formazione, garantire l'aggiornamento prodotto e moda stagionale ai nostri partner sia nel territorio italiano (i saloni) che all'estero (ovvero i nostri distributori esclusivi).
Per fare questo, stiamo strutturando una produzione di contenuti formativi video in diversi format e con obiettivi differenziati, da distribuire via internet ai nostri interlocutori.
Questo know-how acquisito e sviluppato in brevissimo tempo, ad esempio, ci ha consentito di lanciare le novità prodotto previste per il mese di Marzo, gestendo capillarmente la comunicazione con la nostra rete vendita e con i nostri partner esteri senza bisogno (né possibilità) di riunirsi.
Se da un punto di vista di distribuzione siamo certi di risentire dell'anomalia, da un punto di vista organizzativo siamo altrettanto consapevoli di esser stati spinti fuori dalla nostra zona di comfort a sperimentare tecnologie comunicative nuove che potranno rappresentare un fattore cruciale di innovazione e slancio nel prossimo futuro, anche passata la crisi.
In sostanza, stiamo sicuramente imparando molto.
Che cosa vi aspettate – come aiuto e supporto – in questo momento da istituzioni, media, organizzatori di eventi…?
Questa emergenza può far precipitare l’Italia in una nuova recessione. Il rischio è sensibile ed è qualcosa di più di uno spauracchio.
I centri studi nazionali e internazionali (Prometeia a Nomura, per esempio) hanno già dato per assodato che la recessione «tecnica» sia inevitabile (la somma, cioè, di due trimestri negativi consecutivi: il prossimo e il precedente, visto che il 2019 si era chiuso con una decrescita del Pil italiano). Sarebbe la quarta recessione dal 2000 in poi, ovvero negli ultimi vent’anni. Ma la sensazione e i segnali statistici disegnano una situazione ancora più grave.
L'auspicio è che i nostri politici con grande senso di responsabilità e di unità facciano di tutto per evitare la recessione incombente.