Un rapido ripasso su ciò che è necessario sapere per garantire la sicurezza sul lavoro per i parrucchieri, dal punto di vista degli spazi e non solo.
di Daniela Giambrone
La questione della sicurezza sul lavoro è regolata da specifiche norme a livello nazionale. Anche la sicurezza sul lavoro per i parrucchieri rientra nel raggio di interesse di tali direttive, sebbene per questo settore in particolare sia necessario aggiungere un’attenzione in più a quegli aspetti che possono rappresentare un rischio per i lavoratori.
I negozi da parrucchiere sono pertanto sottoposti alle norme generali riguardanti:
- la valutazione dei rischi obbligatoria;
- la compilazione del documento di valutazione dei rischi;
- la formazione del personale;
- l’individuazione e la formazione di addetti al primo soccorso e antincendio;
- la sorveglianza sanitaria.
Oltre a queste azioni obbligatorie, ci sono le indicazioni elencate nei numerosi documenti pubblicati dall’INAIL e da altri enti che indicano procedure e buone pratiche per la gestione della sicurezza sia dei locali adibiti a ospitare l’attività sia delle persone coinvolte.
Come infatti ci spiega Marco Muratore – architetto dello studio Primarea che si occupa di progettazione di locali destinati al commercio e al terziario, oltre a essere docente in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per il centro formativo dell’Unione Industriale di Torino – “in generale, rendere sicuro un ambiente commerciale significa permettere alle persone che lo frequentano di farlo con la massima serenità. Per questo è necessario progettare gli spazi secondo una logica di confronto e condivisione con l’imprenditore, che tenga conto della tutela della salute e della sicurezza del personale impiegato e dei clienti”.
Per garantire la sicurezza sul lavoro per i parrucchieri, innanzitutto è necessario conoscere le disposizioni relative a:
- struttura degli ambienti di lavoro
- illuminazione
- temperatura
- aerazione dei locali.
“Ogni titolare d’impresa deve analizzare attentamente l’ambiente di lavoro e individuare i rischi presenti durante lo svolgimento di ogni attività, tenendo conto delle attrezzature e dei prodotti utilizzati, ricordando che il tema della sicurezza coinvolge ogni soggetto presente in un salone di acconciatura, siano essi lavoratori o clienti” sottolinea Marco.
Per fare un esempio, le fasi di miscelazione dei prodotti per i servizi di colorazione o l’applicazione di prodotti per trattamenti permanenti possono costituire il momento più critico di diffusione di inquinanti chimici. È importante dedicare a queste operazioni un’area separata dal resto del locale, in modo da evitare dispersioni nell’ambiente circostante. Prevedere l’installazione di una cappa aspirante in questa zona può contribuire a ridurre l’esposizione agli eventuali agenti chimici aerodispersi. Per la stessa ragione viene raccomandata la sostituzione dei prodotti in polvere con prodotti in crema o liquidi in tutti i casi in cui sia possibile.
“Da qualche anno” segnala Marco Muratore “è stato siglato un accordo tra l'associazione dei datori di lavoro Coiffure Eu e il sindacato Uni Europa Hair & Beauty sugli orientamenti da seguire per la sicurezza sul lavoro per parrucchieri. Il documento si basa sulle migliori pratiche esistenti negli Stati membri, che si sono dimostrate efficaci nel ridurre i rischi per la salute legati alla professione, ad esempio promuovendo la prevenzione di patologie derivanti dall’utilizzo di prodotti chimici e indicando i requisiti ergonomici degli arredi per evitare posture scorrette da parte degli operatori”.
“Inoltre” aggiunge Marco “è necessario sensibilizzare il personale al rispetto delle regole attraverso specifici incontri di formazione”. La sicurezza sul lavoro per i parrucchieri, infatti, si costruisce non solo avendo cura che gli spazi siano a norma, ma anche tramite la diffusione di un’adeguata cultura. Chi è responsabile della sicurezza sui luoghi di lavoro ha precisi riferimenti normativi e tecnici che basterebbe applicare scrupolosamente per evitare l’insorgenza di infortuni, tuttavia non si può prescindere dal fattore umano e dai suoi limiti. La vera sicurezza si raggiunge quando diventa reale e attuabile nella pratica quotidiana, ottenendo un cambiamento del comportamento e non mediante un’imposizione.