Dal Nord al Sud Italia, molte delle eccellenze che emergono in questa quarta edizione del premio sono unite da un fil rouge: l’esperienza eccezionale.
Il Premio Diamanti d’Oro® di Uala.it incorona le eccellenze italiane in fatto di bellezza. Durante tutto il 2019 una task force di esperti ha visitato in incognito centinaia di saloni e ha scelto i 90 indirizzi che sono stati valutati secondo quattro criteri: gli aspetti tecnici e stilistici; la competenza e il modo di porsi con il cliente; lo stile e la bellezza del luogo e infine la posizione.
“Anche nel settore beauty il concetto di lusso è cambiato” spiega Alessandro Bruzzi, CEO e co-fondatore di Uala. “Oggi il vero lusso è concedersi un’esperienza a 360 gradi, che coinvolga tutti i sensi e che consenta di rendere indimenticabile il proprio trattamento di bellezza. I saloni che ricercano l’eccellenza sperimentano così nuove forme di accoglienza che rendano unico e riconoscibile il proprio stile. A trattamenti e professionisti top di gamma si aggiungono quindi elementi di contorno e servizi accessori che offrono alla clientela un’esperienza irripetibile altrove.”
E così a Trieste Quelli di Goran, 3 Diamanti d’Oro, offre percorsi che seguono la filosofia Wabi Sabi. A Roma, Baldestein, 1 Diamante d’Oro, la vetrina digitale cattura bisogni e desideri dei clienti proponendo i servizi. Al salone si unisce la zona food nello spazio Zappa Hair & Beauty, 3 Diamanti d’Oro, di Palermo.
Tra i trend 2020 cresce la richiesta di cosmetici bio, amici non solo della pelle ma anche dell’ambiente. I Diamanti d’Oro® incoronano l’agricosmesi come trend che spopolerà nei prossimi anni: “le prenotazioni di trattamenti green sul nostro portale hanno subito una crescita di oltre il 50% negli ultimi 3 anni, chiaro indice di come gli utenti siano sempre più attenti alla qualità dei cosmetici che utilizzano” conferma Alessandro Bruzzi, che aggiunge “Questo purtroppo non vuol dire che tutti i prodotti presentati come green lo siano davvero. Molti dei cosmetici che troviamo sul mercato, infatti, a ben guardare l’etichetta, non soddisfano la promessa di essere amici dell’ambiente”.