Adieu Jean Louis. Inventore del taglio dégradé, in tutto il mondo ci sono saloni di bellezza che portano il suo nome. Lo stilista e imprenditore francese è scomparso all'età di 85 anni.
È morto all’età di 85 anni Jean Louis David. Un vero e proprio visionario nel mondo della coiffure. Non solo per quanto riguarda le abilità creative, ma anche per la profonda innovazione che portò nella configurazione del lavoro nei saloni e nello sviluppo del business dei saloni stessi. Inventore del taglio dégradé e fondatore di una catena di franchising internazionale che porta il suo nome, è famoso anche per la linea omonima di prodotti per capelli.
Nato nel 1934 da una famiglia di parrucchieri originaria di Grasse, nel Sud della Francia, negli anni ’50 volò a Parigi. A soli 21 anni divenne il direttore del celebre salone Gabriel Garland. Due anni dopo l’incontro con l’attrice americana Kim Novak: il suo hairstyle lo rese famoso in tutto il mondo.
Da qui il boom: nel 1961 aprì il primo salone a suo nome in Avenue de Wagram, collaborò con i grandi fotografi di moda come Helmut Newton, nel 1970 inventò il taglio dégradé. La catena di saloni in franchising Jean Louis David, la prima francese, nacque nel 1976.
Negli anni Settanta fondò la Jean Louis David Engineering, iniziando a girare lui stesso video e fotografie modacapelli. E poi l’espansione internazionale e nel 1978 la prima Accademia.
Nel 2002 cedette l’impero al gruppo americano Regis Corporation, e nel 2008 l’azienda entrò a far parte del gruppo Provalliance. Jean Louis David si trasferì in Svizzera, dove è morto all’età di 85 anni.
Cover inedite di Estetica del 1985 e del 1993
Roberto Pissimiglia, editore della Rivista Estetica, ha avuto modo di conoscere Jean Louis David e di condividere con lui momenti clou della sua carriera, quelli che di fatto hanno cambiato il percorso della coiffure a livello mondiale.
“Tutti coloro che l’hanno conosciuto non possono non avere grande rispetto, stima e riconoscenza per la sua figura di coiffeur prima e di imprenditore dopo. Quando lo conobbi negli anni ’70 era ‘arrivato’. Considerato il ‘coiffeur dell’élite’, adorato da principesse e star, benvoluto dalla stampa, molto corteggiato dalle aziende di prodotti (anche se la sua fedeltà a L’Oréal non venne mai a meno). Lo presentai io in pedana a Torino in una delle sue prime apparizioni ‘ai parrucchieri italiani’. Simpatizzammo subito; da allora tantissime volte ho avuto l’opportunità di ‘condividere microfono e idee’ con lui” racconta Roberto Pissimiglia, ancora profondamente colpito dalla scomparsa dell’amico.
“A Jean Louis vanno riconosciuti molti meriti. Primo fra tutti quello di aver capito, prima di tantissimi altri suoi altrettanto famosi coetanei, che ‘la coiffure andava democratizzata’ (per usare una sua espressione) e che era arrivato il momento per lui – all’apice del successo in salone – di cambiare direzione e ‘inventare qualcosa di nuovo che potesse valere in Francia come in tutto il mondo; per le clienti facoltose ma anche per quelle ‘con meno borsellino e meno tempo da spendere in salone’”.
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Dalla teoria alla pratica: “Nacque il ‘sistema Jean Louis David': con il suo metodo, la sua education, le sue collezioni e soprattutto i saloni con ‘il loro look innovativo’. Vetrine aperte, tagli, area tecnica e espositori dei prodotti ben visibili dall’esterno, unisex senza confini o eccezioni, tariffe esposte, insegne accattivanti, grande supporto mediatico. La catena di saloni in franchising Jean Louis David, la prima in Francia, nacque nel 1976. Due anni dopo la prima Accademia che, ricordo, colpì particolarmente me e mia moglie Paola per l’organizzazione e la completezza ‘a disposizione dei parrucchieri che volevano apprendere e seguire il percorso Jean Louis David’. Da lì l’escalation che portò all’esplosione del fenomeno del franchising nei saloni d’acconciatura di tutto il mondo” spiega Roberto Pissimiglia.
In Italia arrivò qualche anno dopo grazie all’incontro – e alla determinazione – di un altro innovatore che si ‘innamorò di lui’: “Ho conosciuto Monsieur David grazie a mia moglie che, in viaggio a Parigi e già affascinata dal suo nome e dal suo lavoro, è andata a farsi fare i capelli in uno dei suoi saloni. Era l’inizio degli anni Settanta e mi ci sono voluti cinque anni di contatti telefonici, ricerche e idee di progetto prima di convincere David a venire in Italia. Poi, nel 1978, abbiamo aperto la prima Accademia, una scuola con l’obiettivo di formare i parrucchieri che avrebbero lavorato utilizzando il nome di Jean Louis David” commenta Roberto Corani master franchisor di Jean Louis David Italia, che con il grande stilista ha lavorato fianco a fianco per tantissimo tempo.
Jean Louis David e Roberto Pissimiglia a Rimini
Due vite e due carriere: “Ma va ricordato anche il David ‘fotografo’ di se stesso e delle sue celebri collezioni di modacapelli. Negli anni ’80 le produzioni della Jean Louis David Engineering, diventarono un riferimento per noi ‘addetti alla comunicazione’. I video e le immagini di modacapelli firmate Jean Louis David sono ancora oggi ‘imperdibili’ per chi ama la coiffure!” ricorda Roberto Pissimiglia, editore della Rivista Estetica.
Estetica ha pubblicato centinaia di immagini firmate Jean Louis David: “In copertine celebri, con modelle altrettanto celebri (una su tutte la ancora sconosciuta Monica Bellucci), con dettagli tecnici esclusivi, con interviste accattivanti e ‘molto dirette’, con inserti a lui dedicati. Non era possibile fare a meno di ‘condividere’ le nuove creazioni che ci inviava in anteprima (e spesso in esclusiva) Jean Louis. Ricordo che pochi giorni dopo il loro arrivo, ricevevo la ‘telefonata interessata’ della sua impareggiabile pr italiana, Dory Dagnino, a cui facevo un po' cadere dall’alto la ‘probabilità di pubblicare tutte le immagini’. In effetti spesso…erano già in stampa. E come avremmo potuto non farlo? Erano semplicemente i tagli e le acconciature a cui i parrucchieri volevano ispirarsi; così come le loro clienti…Della loro ‘attualità senza tempo’ la nostra redazione si è resa conto tutte le volte che ha scandagliato gli archivi fotografici alla ricerca delle immagini ‘icone del tempo’ da pubblicare sugli artbook storici di Estetica. Le immagini del parrucchiere-fotografo Jean Louis David ci facevano esclamare: ‘questa sì, questa dobbiamo metterla…’” racconta Roberto Pissimiglia.
Timeless – Monica Bellucci con un'acconciatura firmata Jean Louis David
“Un altro ricordo che porterò sempre con me, è quello del David ‘showman’. Un vero spettacolo nello spettacolo. Il teatro Nuovo di Milano esaurito in ogni ordine di posti. In sala silenzio assoluto e sul palco lui, solo con il microfono e la mitica ‘tondeuse’. Iniziava così il suo ‘one man show’. Con il suo italiano e la sua pronuncia ‘simpaticamente guascona’. Con il suo potere di convincimento con le parole e con i fatti. Con trenta, cinquanta, sessanta modelle (e modelli) tagliati o acconciati in diretta senza filtri… tutto alla ricerca della massima velocizzazione del lavoro in salone. Con la ricerca e la proposta di nuovi servizi e di nuove tecniche di marketing. Con gli immancabili palloncini colorati che molti spettatori volevano poi portare via con sé. E con l’immancabile riferimento (e apprezzamento) per ‘Estetica che è leader in tutto il mondo e l’amico Roby che conosce a ama i parrucchieri…’ E io a ricambiarlo, dichiarando pubblicamente quello che sentivo – e sento tutt’ora – essere il principale segreto del suo successo: Jean Louis David non ha mai smesso un solo istante di ‘fare il parrucchiere, di sentirsi un parrucchiere, di pensare al futuro della professione. E questo i parrucchieri lo percepivano e lo apprezzavano molto” racconta Roberto Pissimiglia.
A cavallo del secondo millennio, Jean Louis David passò progressivamente il testimone ai suoi collaboratori più diretti limitandosi a ‘fare l’imprenditore’. Poi, nel 2002 cedette l’impero al gruppo americano Regis Corporation. Nel 2008 l’azienda entrò a far parte del gruppo Provalliance, guidato dal parrucchiere e imprenditore Franck Provost. Oggi il brand Jean Louis David vanta più di 1.000 saloni in tutto il mondo.
“Terminando questa ‘testimonianza a caldo’ non riesco a trovare parole migliori di quelle che poco fa ci ha lasciato Roberto Corani. Alle quali mi associo senza riserve: ‘Ti porterò sempre nel cuore con l’entusiasmo, la lealtà, la professionalità e l’amicizia che mi trasmettevi sempre. Adieu amico mio, continueremo a tenere alto l’onore del tuo nome’”.