Un mestiere antico che continua a rinnovarsi con le nuove generazioni. Quali i punti di interesse, le aspettative, le difficoltà dei giovani acconciatori? Estetica ne parla con Lorenzo Rilli, vincitore della categoria Best Young all'Italian Hairdresser Award 2018
di Daniela Giambrone
All'ultimo Cosmoprof tenutosi a Bologna la scorsa primavera, un sondaggio online svolto su 1.250 saloni dal Centro Studi di Cosmetica Italia – presentato durante il convegno 'Generazioni a confronto' organizzato da Camera Italiana dell'Acconciatura – ha fotografato, fra le altre rilevazioni, anche una nuova generazione di acconciatori 'sempre connessi sui social' che con le clienti comunica con Facebook (nel 95,2% dei casi), sito web (49,3%), forum e blog (31%) e Twitter (25,4%).
Come tutte le professioni, anche quella di acconciatore deve mantenere il passo con i tempi ed è interessante riflettere su quali siano gli stimoli per le nuove generazioni a intraprendere questo tipo di carriera, quali siano le aspettative e quali le difficoltà. Estetica ne parla con Lorenzo Rilli, rappresentante della terza generazione di acconciatori in Idea Due Hair-Styling, storico salone di Belforte del Chienti, nell’alto maceratese: dalla bottega per soli uomini del nonno Antonio, ai primi passi mossi dal papà Andrea, fino alla prossima consegna del testimone nelle mani del figlio Lorenzo.
Arrivi da una tradizione di acconciatori di famiglia, perché hai deciso di portare avanti questo mestiere?
Terminati gli studi ho avuto modo di riflettere sul percorso da intraprendere. Ero consapevole che avrei dovuto confrontarmi con la percezione di due figure importanti come mio nonno Antonio e mio padre Andrea. Muovere i miei primi passi nel salone di famiglia, tra clienti storici e amici, ha sicuramente aiutato a trasmettermi la passione per questo lavoro. Passione che successivamente è cresciuta e si è consolidata, nel momento in cui ho avuto chiaro cosa fare nella vita. Da quel momento sto cercando di lavorare con la testa sulle spalle, ma al tempo stesso di bruciare le tappe per dimostrare a me stesso di essere all’altezza della storia professionale della mia famiglia. Oltre alla presenza di mia madre Roberta, responsabile tecnica, da poco si è aggiunta anche mia sorella al gruppo e portare avanti insieme a lei l'attività che fu di nostro nonno è per me un grande stimolo e motivo di piacere, nonché un eccezionale modo di ricordarlo.
Quali sono gli elementi di attrazione e quali invece i contro per un ventenne che guarda a questa professione?
Agli occhi di un ventenne che con entusiasmo si trova a percorrere i primi passi della propria carriera, questa professione può sembrare fantastica. Io personalmente la considero una forma d'arte applicata alle persone, nonché un modo per regalare autostima; insomma un lavoro davvero gratificante. È anche vero che non è tutto oro quel che luccica, soprattutto agli occhi di un giovane che potrebbe cadere in facili illusioni. Per lavorare ad alti livelli bisogna fare molti sacrifici e ho imparato a capirlo quando ho iniziato a contare i miei giorni liberi sulle dita di una mano. Tra formazione, appuntamenti professionali, sfilate e fiere, il parrucchiere oggi vive un’agenda fitta di impegni e gli rimane pochissimo tempo per dedicarsi a quello che secondo me è l’elemento segreto del salone di successo: la comunicazione. Interagire bene con le persone dentro e fuori dal lavoro è l’ingrediente che permette di trovare nuovi clienti e fidelizzarli.
C'è ancora secondo te lo stereotipo del ragazzo che sceglie questa carriera perché non si deve studiare?
In parte credo di aver risposto sopra. Comunicazione e formazione continua sono due aspetti caratterizzanti della professione moderna dell’acconciatore. Un tempo era possibile ignorare il mondo esterno al salone. Oggi, con la crescente importanza dei canali web, il confronto tra le diverse soluzioni è diventato molto semplice. È assolutamente errato pensare di poter imparare un mestiere “di bottega” come il fabbro o l’artigiano accantonando libri e quaderni! Questa professione è in continua evoluzione e reputo impossibile andare avanti senza formazione diretta e indiretta. Non basta conoscere gli strumenti del mestiere, bisogna seguire da vicino il settore e crescere a livello imprenditoriale. Mi sento quindi di sfatare questo mito, sacrifici e studio fanno parte di questo lavoro se si vogliono ottenere grandi risultati!
Quanto è importante la formazione per l'acconciatore, soprattutto giovane?
Come già anticipato, la formazione per un giovane acconciatore alle prime armi è fondamentale ma lo è anche per chi è sul mercato da anni. Continuare a studiare e ricercare ci regala nuovi stimoli e spunti pratici sui quali costruire elementi di differenziazione. Il problema è che non basta solo formarsi su tematiche direttamente collegate al lavoro pratico, ma serve approfondire ad esempio il mondo della moda, la fisionomia, l’arte, il marketing… Il parrucchiere è prima di tutto un imprenditore. Per potersi definire veramente hairstylist, in modo non autoreferenziale, secondo me bisogna acquisire competenze sul campo, padroneggiare il proprio lavoro di tutti i giorni e solo allora trovare il modo per essere originali, sorprendenti, autentici.
Quali sono le aspettative pratiche e quali i sogni che un giovane può legare a questa professione?
Nel breve termine un giovane cerca un impiego in grado di regalargli indipendenza economica, ma scopre quasi subito che questo è un mestiere speciale. Una volta apprese le basi del lavoro, si punta a consolidarle e si finisce per forza di cose a confrontarsi con chi questo lavoro lo fa meglio. Se iniziassi a fare il ragioniere, una volta soddisfatti i miei bisogni economici non avrei nessuno stimolo a dire: “Domani vado negli uffici di altre aziende a vedere chi, questa fattura, la fa meglio di me!”. Il confronto è l’anima che accende la passione per questo lavoro. Fuori dal salone ci sono molte strade che portano alla ribalta ma sono sicuro che, per percorrerle, prima occorra farsi le ossa sul campo! La mia vittoria nella categoria Best Young all'Italian Hairdresser Award 2018 di quest'anno è per me l’esempio più calzante di questa filosofia. Fin da subito l’ho presa come un trampolino di lancio, consapevole che il mio lavoro è ancora acerbo e solo la pratica costante può portarmi a intraprendere strade ricche di soddisfazioni!
Come può, secondo te, una professione così artigianale mantenere il passo con l'evoluzione digitale di tutto il mondo del lavoro? come può adeguarsi? e cosa può tenere invece della dimensione artigianale?
All’inizio tutti i miei colleghi hanno pensato che si trattasse di un canale poco utile e distante dalla realtà di una professione così artigianale. Sicuramente i canali digitali a livello numerico sono più interessanti per le star del settore, ma quello che stiamo facendo da tempo in Idea Due è lavorare sulla qualità dei nostri follower e dei nostri contenuti. Essere ottimi comunicatori, come dicevo, è parte di questo mestiere ma a un certo punto, occorre separare gli argomenti per concentrarsi sul core del nostro lavoro. Quando possibile credo che il lavoro di comunicazione online debba essere affidato a un’agenzia o a un consulente esterno. La difficoltà in questo caso sta nel trovare un collaboratore fidato in grado di comprendere le dinamiche del salone e di inserirsi in punta di piedi, formando il personale e trovando il modo di accompagnarci verso la trasformazione digitale del nostro business.
I reality con i cuochi hanno dato grande impulso a quella professione. Secondo te sta succedendo lo stesso fra i giovani anche con l'acconciatura?
Si è vero, la tendenza è quella di replicare la formula del talent per ogni professione creativa. Non conosco però esempi di successo come Masterchef, qui in Italia. Oggi la cucina è dappertutto, la massificazione di questo settore è passata per il grande schermo, permettendo agli italiani di migliorare la loro già innata cultura del cibo. Sarebbe bello vedere un reality di hairstylist ai livelli dei grandi talent televisivi. Potrebbe essere un modo per comunicare al meglio il valore della nostra professione. Spero di avere ancora l’età giusta per partecipare semmai dovessero diventare programmi di successo!