25 Marzo 2023

Intervista a Robert Lobetta

Estetica incontra Robert Lobetta, Creative Visionary Sebastian Professional. Hairdresser, fotografo e designer. In una parola: artista.


L' immagine fotografica di Sebastian è “tradizionalmente” in bianco e nero. Cosa c'è dietro questa scelta? Una forza comunicativa diversa?

Da un punto di vista fotografico, quando si scatta in bianco e nero si dà all'immagine una forza differente, lo sguardo viene catturato in modo più significativo. Sebastian scatta in bianco e nero perché come brand non ha colore, quindi non sente la necessità di comunicarlo attraverso immagini istituzionali.

Vero però che il mondo è un arcobaleno e non si può prescinderne. Per cui a livello di immagine probabilmente in futuro inseriremo i colori: magari un 70% di bianco e nero e un 30% di colore. Perché la nostra filosofia è quella di insegnare alle persone ad avere uno sguardo del tutto singolare verso le cose…

Quali sono gli hairtrend di stagione?

È  molto difficile dirlo perché stiamo vivendo in un mondo dove l'individualità è preponderante. Ognuno di noi è diverso e si presenta in modo diverso. Internet sta cambiando  tutto e con fortissime accelerazioni: per cui si possono avere macro tendenze che durano anni, come trend effimeri che sopravvivono pochi mesi. Questo è palese soprattutto su Instagram e i social media, che fanno sì che sia tutto velocissimo: oggi c'è un'immagine che mi piace, domani ce ne sono già altre. E questo si riflette anche sulle tendenze. Come Sebastian facevamo due collezioni all'anno: ora si tratta di farne sei, per avere sempre nuove immagini.

Immagine della collezione A/I del brand Twisted

Personalmente mi piacciono moltissimo gli anni Settanta e il grunge anni Novanta, alla Kurt Cobain. I capelli non troppo “well done”, che diano sempre un'impressione non troppo finita e di cui non credo mi stancherò mai, perché appartengono alla mia storia. Per un brand però credo sia fondamentale fare ricerca per riuscire a rinnovare continuamente le proposte adatte alle varie “tribù” di riferimento…

Parliamo di Robert Lobetta artista. C'è un look per cui ti piacerebbe essere ricordato?

Sicuramente quello che ho iniziato a fare nel 1976, quando stava nascendo il punk. L'epoca in cui Malcolm McLaren con i Sex Pistols e Vivienne Westwood nella moda davano inizio al movimento. C'era una modella-musa di Vivienne di nome Jordan: aveva i capelli rosa e un giorno entrò nel salone dove lavoravo dicendo di voler diventare 'pure white'. Il rischio era che i capelli si potessero rovinare, così – scherzando – le proposi di tagliare eventuali ciocche rovinate alternando capelli davvero molto corti a parti più lunghe. S'innamorò dell'idea e così, in modo del tutto casuale, nacquero i “punk hair”! Un altro momento molto  importante, che ha segnato una svolta nella mia carriera, è stato quando un amico mi ha detto:

“Robert, ami l'arte. Perché non inizi a trattare i capelli come farebbe un artista?”.

Fu una rivelazione, iniziai a guardare i capelli come una materia da plasmare in tutti i modi possibili: un cambio radicale di prospettiva. Che ha rivoluzionato la mia vita e il modo di percepire l'hairdressing, dando vita all'avantgarde.

Immagine della collezione A/I del brand Twisted

È  ancora possibile essere trasgressivi in questo momento storico?

In effetti è già stato proposto così tanto… Rispetto al passato e a momenti in cui ci sono state grandi rotture e trasformazioni è difficile oggi creare qualcosa  di totalmente nuovo. Lo si può fare magari in modo meno eclatante, ripescando quanto già fatto ma rendendolo inedito grazie a strumenti innovativi. Sono le tecniche oggi a fare la differenza e a sottolineare i tempi che cambiano. È un po' come nell'arte: non possiamo amare tutto ma possiamo e dobbiamo continuare a fare le cose in modo diverso, “to be different”. Quindi è sbagliato affermare che tutto è già stato sperimentato, perché sarebbe come uccidere le nuove generazioni. Fare la differenza è possibile, ma occorre trovare nuovi linguaggi per esprimerla.

Le “regole” della tua vision…

Non procrastinare. Liberare quello che si sente nel cuore, restare svegli fino alle tre del mattino se si crede di avere un'idea a cui dare forma. Se vuoi essere grande in qualcosa, fai qualcosa. Non aspettare che siano gli altri ad agire: continua a fare, fare, sempre…

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