22 Settembre 2023

Rinnovare il salone

Perché è fondamentale rinnovare l’arredo del proprio salone? Ogni quanti anni andrebbe fatto? Quali le tendenze d’arredo da seguire? Può essere una scelta determinante per il proprio business?


In tempo di crisi sembra difficile parlare di rinnovare il proprio salone di acconciatura, investendo in un restyling o in nuovi arredi. Invece, investire in un nuovo ‘abito’ può rivelarsi una scelta vincente per rilanciare il proprio business. Abbiamo chiesto ad alcuni acconciatori italiani e stranieri ogni quanto tempo ritengono necessario ristrutturare il proprio salone e come affrontare questo passo.

Perché ristrutturare il salone?

Il parrucchiere è percepito dalle donne come artista, tecnico, esperto di tendenze e il salone è il luogo dell'organizzazione e dell’efficienza, ma è anche il luogo dove la cliente vuole ‘respirare’ aria di novità e di glamour, non solo nelle proposte modacapelli ma anche nell’ambiente che la circonda.

Quante volte vi è capitato di entrare in un negozio ed avere l’impressione che il tempo si sia fermato a 15, 20 anni fa? Anche se ben tenuto, ci si accorge che è passato ormai molto tempo da quando è stato arredato: le piastrelle del pavimento, le luci al soffitto, i colori dei muri e soprattutto l’arredamento sono completamente fuori dal tempo. E se tutto è così obsoleto, come potranno essere moderne le proposte capelli?

Ogni quanto ristrutturare?

C’è chi dice 10, c’è chi dice 5: una buona media secondo gli esperti – che tiene conto dell’usura degli arredi e del desiderio di rinnovarsi – pare attestarsi sui 7 anni. Ogni 7 anni il salone andrebbe rinnovato, magari non totalmente rivoluzionato, ma dovrebbe comunque subire un intervento importante di restyling.

Il titolare del salone francese Guillaume Fort pour l’Homme di St.Esteve ha da poco allargato il suo salone per uomo, da 50 a 150 mq, sia per avere un nuovo look ma anche perché la clientela maschile è in costante aumento. “A nostro avviso il look del salone deve cambiare ogni 5 anni. Le tendenze in fatto di arredo e design cambiano talmente in fretta che diventa difficile essere sempre aggiornati” afferma Guillame “anche se l’arredo di un salone maschile è più classico e quindi potrebbe restare immutato più a lungo, è importante segnalare alla propria clientela che si è sempre in cerca di nuove ispirazioni, sperimentazioni e contaminazioni”.

Per Marco Nardi, hairstylist romano partner Wella, ogni 10 anni è il momento giusto per pensare a rifare il salone. In questo periodo di tempo si ammortizzano al meglio i costi. “La società ormai corre ai mille all’ora e anche noi hairstylist dobbiamo imparare a farlo se vogliamo continuare a crescere. Una volta che si è creato un salone con un’identità ben definita, meglio non confondere la cliente con continui cambi d’arredo. Basta concentrarsi su qualche piccolo dettaglio”.

Il suo salone Nardi Hair Fashion – 130 mq interni e 80 mq di giardino – ad aprile 2016 ha subito una ristrutturazione completa ed in questa occasione ha voluto coinvolgere i collaboratori in modo attivo. “Il piacere di lavorare in un ambiente moderno, funzionale e ben arredato vale soprattutto per i collaboratori che devono sentirsi a proprio agio in un ambiente dove passano moltissime ore. Sono proprio loro a fare in modo che i nostri arredi durino a lungo con tante piccole attenzioni quotidiane. Il mio consiglio è quello di coinvolgerli il più possibile nella scelta dei nuovi arredi, si sentiranno così più responsabili della loro durata e manutenzione”.

Gianni Sancassani del salone Gianni e Fabio Acconciature di Verona, e partner Gandini Team, ha una ricetta personale, elaborata in tanti anni di attività nel settore coiffure: “A mio avviso ogni 10 anni bisogna prevedere un cambio radicale dell’arredo ed un ammodernamento della location, ogni 5 anni un restyling leggero, magari solo in una zona del salone o il colore delle pareti oppure l’illuminazione, elemento fondamentale che viene spesso trascurato”.

“Mentre due volte all’anno è indispensabile dare una nuova immagine della propria offerta di modacapelli, con poster, video, pannelli fotografici. Ogni settimana, poi, è importante offrire trattamenti e menù di servizi nuovi. Dobbiamo dare alla cliente un’idea dinamica di noi e della nostra offerta. Solo così possiamo essere sicuri che continui a scegliere noi e non un concorrente”.

L’esperienza internazionale dell’hairstylist britannico Richard Thompson l’ha portato, in oltre 35 anni di attività come titolare di saloni e accademie, ad affrontare numerose ristrutturazioni: “Gli hairstylist si occupano di immagine, non solo di capelli, quindi avere un salone sempre in linea con i tempi è fondamentale. Un salone ben curato e rinnovato dà un’idea dinamica e positiva di noi e della nostra professionalità; poi dobbiamo sempre assicurare alla cliente il massimo in fatto di igiene e pulizia. Non esitate a spendere per sostituire arredi malfunzionanti o usurati, o investire nelle nuove tecnologie o in piccoli dettagli che possono rendere il salone più piacevole: c’è un proverbio che dice che ‘per fare soldi, bisogna spenderli’. Un ultimo consiglio: quando si affronta un restyling del salone bisogna mediare fra i propri gusti personali e quelli della clientela che vogliamo attrarre nel nostro salone. Bisogna focalizzare il target a cui rivolgerci e realizzare un salone cucito, su misura, per lei”.

Nuovi trend d’arredo

Quando si decide per una ristrutturazione ci si affida in primis al proprio gusto personale e ai professionisti del settore. Ma quali sono i saloni che al momento hanno più chance di attirare nuovi consumatori? Abbiamo individuato due tipologie. C’ è un nuovo tipo di consumatore da non sottovalutare quando si decide di ristrutturare il proprio salone: il consumatore attento all’ecosostenibilità, un segmento in costante crescita. Se fino ad alcuni anni fa rappresentavano una nicchia abbastanza ristretta, oggi i consumatori attratti dal “green thinking” e da scelte responsabili sono una realtà sempre più forte e consistente. Attente, informate ed esigenti, sono molte le clienti che privilegiano i saloni caratterizzati da un’impostazione ecosostenibile, dai materiali utilizzati per l’arredo al risparmio energetico e idrico, dai prodotti al riciclo. Il basso impatto ambientale viene dunque considerato l’asset che può fare la differenza al momento della scelta di questo o quel parrucchiere.

Un'altra tipologia di salone, molto ricercato, è quello multiservizio: sempre più spesso, la cura dei capelli viene concepita come parte integrante di un percorso benessere che ha come oggetto il corpo nel suo insieme. Da questo peculiare approccio ha origine l’interesse delle donne nei riguardi di saloni che si pongano come veri e propri centri di bellezza, capaci di abbinare l’hairstyling ai principali servizi di estetica e nailcare: un luogo in cui affidarsi a professionisti specializzati nella bellezza “dalla testa ai piedi”. Ecco quindi che diventa importante valutare, nella ristrutturazione, una nuova disposizione degli spazi che dia anche la possibilità di un vero e proprio ‘coin estetico’.

Il momento migliore per ristrutturare

Qual è il momento migliore per effettuare i lavori? La risposta più banale sembrerebbe essere agosto, il classico periodo di chiusura, ma molti acconciatori intervistati ci hanno fatto notare come in questo periodo dell’anno sia difficile avere i migliori professionisti ed i migliori fornitori a disposizione. Meglio affrontare i lavori a gennaio, subito dopo la riapertura natalizia. Gennaio è infatti considerato un mese sempre difficile per fare cassetto, ma potrebbe essere invece il momento giusto per pensare al nuovo salone.

Pochi giorni di chiusura, grazie alla professionalità delle aziende che operano nel settore arredi, bastano per creare un ‘vestito nuovo’. Ricordate però, come consiglia Richard Thompson, di rinnovare ogni mese qualche dettaglio all’interno del salone: “Bastano accessori di nuovi colori, complementi o oggetti d’arredo particolari, una pianta o una nuova illuminazione. Tutto questo serve a far sì che la cliente percepisca che c’è cura ed attenzione, anche nei particolari più insignificanti”.

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