Tendenza modaiola o urlo di sé nel mondo? Gettonatissima comunque. Ma curata…
La barba piace alle donne? Portarla è spia di animo artistico? Esiste un link tra barba, tatuaggi e motociclette? Parole a ruota libera, con sottofondo di playlist ad hoc. Sono i “Dialoghi della Barba 2”, seconda edizione della conversazione a tema (la prima allo Ied di Milano, lo scorso anno) a cura di Giovanna Zucconi.
L'idea? Usare la barba come spunto per parlare di cultura, moda, costume. E anche di fotografia, arte. Location scelta è infatti uno dei luoghi cult dell'arte contemporanea, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, che ha ospitato per l'occasione la mostra di immagini e video inediti di Giovanni Gastel: volti noti dell'eccellenza piemontese e italiana, dotati di barba e colti anche nella loro gestualità. Tra cui Franco Curletto, hairstylist da sempre impegnato in iniziative d'arte e coinvolto in un grooming show a chiusura dell'evento.
Tra le ragioni più gettonate per preferire baffi e pizzetto, oltre all'iniziale comodità e alla voglia di cambiamento, curiosità, ricerca di autorevolezza, desiderio di perfezionare l'mmagine di sé. E se pare dare segni di cedimento la tendenza hipster, non altrettanto si può dire per la barba, sempre più fenomeno culturale allargato, con milioni di follower su Instagram e app dedicate.