C’è qualcosa di nuovo a Londra, un salone open mind e colorato. Uno spazio moderno dove il cliente si sente come a casa. È Not Another Salon.
Quando manca il colore bisogna inventarselo, è un’urgenza naturale. Negli anni Settanta, tra le case con le scale antincendio del Village Newyorkese, c’era così tanta necessità di evadere dalla monocromia dei vicini grattacieli, che gli artisti del periodo cambiarono il volto di un intero quartiere trasformandolo in un fiore che nasceva dal cemento.
Allo stesso modo, negli anni Dieci del Terzo Millennio, si sta riplasmando l’East End londinese, storicamente il versante povero della capitale britannica. In questo contesto multietnico, nato nei pressi di quella che fu la Londra “nera” di Jack lo Squartatore, si è sviluppato il dipartimento urbano più colorato degli ultimi anni; un laboratorio metropolitano che detta le regole estetiche del momento, dall’arte di strada alla street fashion, dalle tendenze musicali all’hairlook.
Al numero 188 di Brick Lane, strada simbolo dell'Alternative London, c’è un nuovo spazio che incarna perfettamente lo spirito di questa filosofia a partire dal nome: Not Another Salon, ovvero… non l’ennesimo posto dove andare a farsi i capelli. What’s new? La location, in primis, per rimanere alle apparenze. Agli elementi optical dei pavimenti, quasi un omaggio alla Swinging London, si sovrappongono saturazioni cromatiche in ogni dove: sulle pareti e sulle mensole, un’esplosione di colori spezza il black&white di un ambiente a metà strada tra un loft e un negozio di caramelle.
Questo spazio surreale è il regno di Sophia Hilton, proprietaria del salone e vincitrice L’Oréal Colour Trophy nel 2013. Il suo credo, che si riflette in ogni centimetro quadro del salone, si basa su due principi di fondo: le politiche Anti-Factory e No Judgement, vale a dire un approccio non industriale e privo di qualsiasi forma di (pre)giudizio nei confronti di chiunque metta piede in questo luogo delle meraviglie nel cuore di Brick Lane.
Sì perché in un mondo che gira velocissimo, ciò che fa davvero la differenza anche nei saloni è l’ascolto nella richiesta di un dettaglio, avere un’accoglienza come si deve, non sentirsi parte di un processo industriale spoetizzante, iniziare un dialogo con il proprio acconciatore.
Entrare da Sophia Hilton è una vera e propria full immersion nel caleidoscopico universo Pop dell’East End londinese, ma non fatevi ingannare dalle apparenze scanzonate del team di Not Another Salon: da queste parti la professionalità è ai massimi livelli.