Una veduta del salone di Renato Gervasi.
Stile italiano, spirito di gruppo ed energia: i franchisée di Compagnia della Bellezza non hanno obbligo di arredamento e di abbigliamento, ma puntano sull’accoglienza.
Compagnia della Bellezza è un marchio che conta in Italia 247 saloni (con quelli all’estero superano i 300), ma la loro idea di rete va oltre il concetto di franchising.
“Siamo sul mercato da 23 anni ma siamo usciti dal tipico format francese di franchising” spiega Renato Gervasi, creatore del brand insieme a Salvo Filetti. “I nostri franchisée non hanno obbligo di arredamento e/o abbigliamento. Noi puntiamo di più sull’accoglienza della diversità: allenare un network di parrucchieri esaltandone i talenti sotto un codice deontologico e professionale unico”.
La mission di Compagnia della Bellezza è essere il marchio numero uno nel prêt-à-coiffeur, testimonial del made in Italy nel mondo. “I nostri punti di forza sono lo stile italiano (morbidezza, dolcezza, eleganza di colori), l’energia e la gioia che mettiamo nel nostro lavoro, lo spirito di gruppo. Siamo gli unici ad avere una formazione sulla persona e un protocollo sull’erogazione dei servizi”.
Il brand – partner L’Oréal Professionnel e Kérastase – offre ai propri affiliati visibilità attraverso compagne pubblicitarie sulle riviste e sui network televisivi. “Anche il web gioca una grande parte ma attenzione ai contenuti: qualsiasi strumento privo di materia e di argomentazioni diventa inefficace. Inoltre, Compagnia della Bellezza offre una serie di unicità come l’agenzia interna di comunicazione e una struttura per gli shooting”.
Un’immagine della collezione “Io cambio”
A/I 2015 @ Compagnia della Bellezza.
Sulla forza dell’affiliazione Renato non lascia spazio a dubbi: “Il singolo individuo, per quanto sia geniale, è infinitamente più modesto e inadeguato di un gruppo. Confrontarsi con se stessi significa avere sempre ragione. Confrontarsi con un gruppo di seicento persone stimola la ricerca, accelera e accende i talenti di ognuno. Il franchising è il futuro dell’acconciatura perché oggi produrre innovazione, sviluppare linee, creare servizi ha un costo enorme e il singolo da solo non ce la può fare”.