Un viaggio alla scoperta delle acconciature romane con Raffel Pages, il più celebre storico del mondo della coiffure.
I primi barbieri professionisti noti, organizzati in corporazioni, risalgono al 303 dopo Cristo. Apparvero nella Sicilia greca e furono poi introdotti a Roma dal senatore Ticinius Mena. Questi barbieri, chiamati “tonsor”, entrarono a far parte della vita quotidiana dei romani, portando avanti il loro lavoro in piccole taverne, sulla strada o a domicilio. La loro attività principale era la rasatura della barba, ma si occupavano anche di taglio, tinta e cura di mani e piedi.
Il rituale
Uno strumento caratteristico di questo periodo è stato il “pixidio”, che era utilizzato per depositare piccole ciocche derivate dal primo taglio di barba di un giovane romano. Questo rituale aveva luogo durante una cerimonia religiosa chiamata “Depositio Barbae” che si svolgeva al compimento dei 21 anni. A Roma non solo si preferivano i capelli biondi, alcune figure politiche e dell’alta società scelsero anche i capelli scuri, addirittura neri. Plinio Il Giovane, il celebre naturalista del primo secolo, scrisse a proposito dell’importanza delle tinture per capelli scuri.
L'amore per le bionde
La grande trasformazione nei look delle donne romane ci fu quando videro i meravigliosi capelli biondi delle prigioniere portate dalla Gallia da Giulio Cesare. Messalina, moglie dell’imperatore Claudio, e l’imperatrice Faustina possedevano più di 700 modelli di parrucche, soprattutto bionde per le loro notti lussuriose. Come illustrato nei documenti e nelle opere artistiche dell’epoca, l’hairstyle subì varie trasformazioni del corso dell’impero romano.
Per tingersi i capelli di biondo le donne usavano principalmente lo zafferano, ma anche una famosa ricetta a base di formaggio di capra e cenere di faggio… sebbene non fosse molto salutare per i capelli. Lo stereotipo per cui agli uomini piacciono le bionde, che solitamente viene fatto risalire agli anni ’50 del ventesimo secolo, in realtà sembrerebbe quindi avere origini ben più lontane, dato che già erano molto apprezzati anche nell'antica Grecia. I capelli, come simbolo di bellezza privilegiata, erotismo e provocazione, sono descritti più volte nei testi di Ovidio e Catullo. L’importanza dei capelli biondi era tale che più termini descrivevano le diverse tonalità di biondo: flavus, aureus, croceus, fulvus, rufus, rutilus…
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