11 Settembre 2024

Volti dello styling

Ricci, lisci, mossi, sparati, minimali, oversize, lucidissimi o mat. Ma in quanti modi possono essere i capelli? Infiniti. E il merito – oltre che ad un buon taglio – va allo styling. Mix di creatività, preparazione, prodotti ad hoc.


Cominciamo dalla parola. Parlando di capelli, cosa si intende per styling? Che differenza c’è con la classica “messa in piega”? E dove si può posizionare nel tempo la nascita dello styling, che viene facile associare a quella del brushing? Dunque, lo styling è quell’insieme di azioni svolte dall’acconciatore (ma anche dalla donna a casa sua) prima, durante e dopo l’asciugatura (finishing) per dare alla linea creata con il taglio un’impronta tutta speciale, che racconta molto di chi la porta.

Per “mise en pli”, invece, siamo soliti intendere qualcosa di un po’ desueto, che rievoca il buon vecchio casco: eppure i dizionari li danno come sinonimi… Uno dei molti esempi di scollamento fra il significato reale e quello “immaginato” delle parole.

Volendo individuare il momento in cui il concetto di styling è entrato a far parte del costume, bisogna necessariamente andare a Vidal Sassoon e all’invenzione del famoso carré, inseparabile accessorio della minigonna di Mary Quant. Siamo a metà degli anni ’60, il periodo della “swinging London”. Di qui in poi, nulla sarà più come prima. Tanto per gli abiti quanto per i capelli, la donna scopre il piacere della libertà e non lo abbandonerà più. Beppe Unali, creatore dell’accademia CPA e stilista testimonial di Farmaca International, ricorda bene quel periodo, sebbene fosse molto giovane: “La vera rivoluzione avvenne perché il nuovo modo di tagliare i capelli, di matrice inglese, richiedeva anche nuove tecniche di asciugatura. Molti acconciatori italiani si dimostrarono restii ad accettare il cambiamento e ne portarono le conseguenze economiche. Chi invece, come noi, lo abbracciò entusiasticamente aveva tutti i giorni la fila davanti alla porta del salone”.

Quali i vantaggi dell’asciugatura a spazzola e phon rispetto a quella con bigodi e casco? “Maggiore naturalezza e infinite possibilità di personalizzare la pettinatura cliente per cliente”. Nessuna nostalgia, dunque, nei confronti del passato? “Nessunissima – risponde convinto Unali -, anche se le tendenze di oggi ripropongono uno stile meno free, più elaborato e femminile rispetto al casual spinto che ha imperato a lungo”. Tornerebbe invece al “mitico” casco Fabio Bassini, titolare del salone Equipe Bassini di Montichiari (BS) e partner dell’azienda Daver: “Non sempre, certo, ma ritengo che il parrucchiere debba imparare a giocare d’astuzia, anche elaborando e proponendo soluzioni inaspettate dalla cliente. Abbinando un vecchio ‘strumento’ di lavoro ai prodotti innovativi e altamente tecnologici oggi proposti dalle aziende tricologiche, si possono ottenere risultati sorprendenti, soprattutto in fatto di onde, ricci e volume”.

New trends in salone

Fermiamoci qui – alle onde, ai ricci, al volume – e chiediamo a Simone Rubertelli, titolare del salone Aveda Fish & Clips di Milano, se anche lui percepisce questo ritorno. Ci risponde senza sbilanciarsi troppo: “In generale, le nostre clienti sono donne mediterranee con i capelli mossi. Alcune desiderano enfatizzare questa caratteristica, eliminando però l’odiatissimo effetto crespo. Altre invece ci chiedono il liscio totale”. Ma quanto è sentito il servizio styling in salone? “Molto – prosegue Rubertelli -. Nel mio lavoro, ho individuato tre tipologie di clienti e per tutte lo styling è determinante, purché preceduto da un valido servizio trattamento. La donna naturale ricerca prodotti soft, capaci di esaltare il movimento senza artifici. La donna glamour, a cui piacciono tagli grafici e volumi studiati, punta su prodotti che salvaguardino la salute dei suoi capelli. Infine la donna casual: capello ‘finto naturale’, ottenuto dedicando molta cura e attenzione allo styling”.

Sì al mosso secondo Beppe Unali: “Ma tenendo conto che oggi il cambiamento è nei dettagli, non nello stravolgimento del gusto come è successo in passato. Già da un paio d’anni la tendenza del movimento sta piano piano maturando e conquista soprattutto le ragazze, per le quali è una novità assoluta. Finalmente, dopo tanto tempo, le giovani ‘si pettinano’, utilizzando accessori per i capelli, richiedono addirittura una testa speciale per andare in discoteca. E questo è un segnale importante, molto positivo”. Importante e positivo anche per il business salone? “Non proprio – risponde Unali -. Ad acquistare i prodotti per l’utilizzo a casa è circa il 30% dei nostri clienti. Il restante 70% attinge alla grande distribuzione, ritenuta economicamente più accessibile, anche se tutti sanno che non avranno gli stessi risultati”. Possibilità di incrementare la cifra d’affari del salone, a patto che si dialoghi con la cliente e si illustrino caratteristiche, utilizzo e performance dei prodotti, secondo Fabio Bassini. Che aggiunge un consiglio: “Mai sottovalutare la clientela maschile, oggi attentissima alla propria immagine e pronta a spendere quanto se non più della donna”.

Una curiosità: l’attuale boom dello styling è dovuto alla necessità di sopperire all’apparente “eclissi” della permanente? Ecco la risposta di Rubertelli: “In parte sì, anche se la permanente non è affatto scomparsa. In salone ci vengono richiesti trattamenti sia liscianti sia arriccianti, ma noi consigliamo di mantenere – per quanto possibile – il capello naturale, spiegando come valorizzarlo e disciplinarlo attraverso i trattamenti e i prodotti di styling/finish”. E ora quella di Unali: “Gli aspetti da valutare sono due. Il fatto che la maggior parte di donne oggi si colori i capelli ha certo ridotto la richiesta di permanenti, anche se le formule per effettuarle sono sempre meno alcaline, quindi più delicate e indicate soprattutto per servizi di supporto. Bisogna poi ammettere che lo styling realizzato su capelli permanentati è meno naturale e più statico di quello creato solo con l’ausilio dei prodotti e l’abilità del professionista”. A proposito di abilità…

Lo styling si impara?

“L’esperienza di formatore mi insegna che – risponde Unali – su dieci ragazzi presenti nella nostra accademia, dieci sono ‘tagliatori’, più o meno bravi, ma comunque in grado di cavarsela bene. Solo tre o quattro di loro, invece, sanno phonare come si deve. Lo styling è la materia più difficile del nostro settore”. Sarà per questa ragione che sono in costante crescita i brand impegnati ad offrire education stilistica, inserendola all’interno dei corsi di taglio o dedicandole uno spazio a parte. Da Davines a Medavita, da Toni & Guy a Goldwell, da Matrix a Redken, da Aveda ad Artègo – solo per citare alcuni nomi – tutte le principali aziende mettono a disposizione dei propri clienti programmi formativi che rinnovano, ampliano e dinamizzano l’universo dello styling. Oltre alla creatività, dunque, è indispensabile la tecnica. Persino durante le esibizioni dei big della coiffure, non mancano momenti riservati ai consigli su come realizzare questa o quella pettinatura.

E non stiamo parlando di acconciature haute couture, ma di tagli prêt-à-porter che – grazie allo styling e al finish – si trasformano in elemento fashion. Intenso ed articolato, il progetto H3 di L’Oréal Professionnel è uno dei fiori all’occhiello dell’attività formativa del brand. Fabio Nicolai, responsabile di H3 Italia, ne illustra gli aspetti salienti: “Tutto è iniziato quattro anni fa in seno a L’Oréal Professionnel Internazionale, per dare al taglio e allo styling la stessa dignità del colore. È nato così un team di ricerca, i cui partecipanti cambiano ogni anno, che dà vita a vere collezioni poi racchiuse in un book fotografico. Da questo concept, che oggi coinvolge venticinque paesi in tutto il mondo, anche in Italia abbiamo messo a punto numerosi incontri formativi, alcuni dei quali prevedono la presenza dei protagonisti internazionali H3 con “look & learn” e workshop. Negli appuntamenti prettamente tecnici (Art Basic e Art Advanced), il messaggio e le metodologie H3 vengono invece divulgati dai nostri ambasciatori, formati a loro volta in apposite riunioni con i membri del team internazionale”.

Cosa significa H3? “Le tre H sono i capisaldi dell’ac-conciatore che vuole raggiungere il successo: heart, il cuore, perché lasciarsi ispirare dalla passione è indispensabili.

Pubblicità

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Newsletter Estetica.it

Ricevi le migliori notizie prima degli altri, compila e iscriviti gratis!

Cerca su Estetica.it

0FollowerSegui
0FollowerSegui
0FollowerSegui

Ultime Novità

10 hairtrend che vedremo in autunno

Pronti a ricominciare dopo la pausa estiva, ci si guarda intorno per trovare gli spunti più adatti per affrontare la nuova stagione in arrivo...

Tutti sotto i riflettori con Walk on the bright side by Alfaparf Milano Professional

Immaginazione, leggerezza, luce e ottimismo con la nuova collezione Alfaparf Milano Professional Walk on the bright side. Quattro nuovi colori perlescenti e otto look...

Tendenze capelli di fine estate: i tagli ispirati allo Streetstyle

C’è un richiamo irresistibile allo StreetStyle in alcuni tagli di questa estate che sta finendo. Hair look che riflettono le tendenze attuali, ma anche...
Pubblicità
Pubblicità