Taglio e piega a otto euro. I parrucchieri low cost conquistano il mercato. E gli italiani si ribellano: “Dai cinesi concorrenza sleale”.
I parrucchieri cinesi sono sempre più richiesti e il caso finisce sulla prima pagina di La Repubblica. Il quotidiano ha dedicato un’intera pagina al fenomeno, analizzata attraverso cifre e trend.
Lo ha fatto riportando al centro dell’attenzione anche il servizio che la nostra rivista Estetica aveva pubblicato poco tempo fa.
Scrive il giornalista Ettore Boffano: “La rivista torinese Estetica, leader da anni nel settore, ha dedicato a questo boom un lungo servizio di quattro pagine intitolato: ‘Cina, concorrenza sleale’ e ha provato a fare i conti in tasca ai ‘nuovi artigiani’ della messa in piega”.
E i conti sono presto fatti. Per piega + taglio il prezzo cinese è di 8 euro, contro i 10-15 della piccola bottega e i 150-200 dei saloni top. Se a questo si aggiunge un servizio rapido (20 minuti contro i 40 dei saloni italiani) è facile capire il motivo di tanto successo.
Ma gli acconciatori italiani come la pensano? Parlano di concorrenza sleale e non nascondono i loro dubbi sulla qualità dei prodotti usati e sul rispetto delle norme igieniche.
In realtà, come sempre, non si può generalizzare. Ci sono infatti anche saloni gestiti da cinesi che utilizzano prodotti di qualità di noti brand italiani, e non solo. Indubbiamente è importante lavorare sempre di più sul fronte education, a 360 gradi…
Come rivista lo stiamo facendo, raggiungendo questi saloni anche con la nostra storica edizione Estetica China.